Lettera informativa n. 14/18 del 08.02.2018 – NG 2-18

 

NEWSLETTER GIURISPRUDENZIALE n.  2 -2018

 SETTEMBRE 2017 (I)

 

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. II, SENTENZA N. 20707 DEL 4 SETTEMBRE 2017

(Sì al preliminare di vendita per l’immobile senza concessione edilizia perché si rimedia al rogito)

Nella vendita dell’immobile privo della concessione edilizia la nullità si configura solo per il contratto che ha effetti traslativi e non per il preliminare, che ha solo efficacia obbligatoria: in sede di rogito si può infatti rimediare rendendo la dichiarazione necessaria o producendo i documenti sulla regolarità urbanistica, la concessione in sanatoria o la domanda di oblazione con i due primi versamenti.

 

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. I, ORDINANZA N. 20719 DEL 4 SETTEMBRE 2017

(Reclamo avverso la sentenza dichiarativa di fallimento – Plurime rationes decidendi – Mancata impugnazione di una di esse – Inammissibilità del reclamo)

Ove la sentenza dichiarativa di fallimento si fondi su plurimi motivi, la mancata impugnazione di uno di essi comporta la inammissibilità del reclamo.

 

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. I, SENTENZA N. 20727 DEL 4 SETTEMBRE 2017

(Compenso – Avvocato – Causa dal valore indeterminabile)

Deve ritenersi di valore indeterminabile, per quanto di particolare importanza, ai fini del compenso del difensore la controversia amministrativa laddove all’annullamento dell’aggiudicazione della procedura negoziata bandita dalla stazione appaltante non sarebbe conseguita in modo automatico e certo l’aggiudicazione dei lavori alla ricorrente e dunque la soddisfazione dell’interesse economico, sussistendo invece una mera chance di una possibile futura aggiudicazione.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI – 3, ORDINANZA N. 20790 DEL 5 SETTEMBRE 2017

(Compenso del difensore – Decurtazione – Semplicità e ripetitività delle questioni proposte – Impugnazione – Palese insostenibilità delle ragioni di censura – Responsabilità processuale aggravata)

Deve essere condannata al pagamento alla controparte di una somma equitativamente determinata per responsabilità processuale aggravata, vista la palese insostenibilità delle ragioni di censura, la parte che ricorre per cassazione dopo la decurtazione del compenso al difensore decisa per la semplicità e ripetitività delle questioni proposte.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI – 1, SENTENZA N. 20913 DEL 7 SETTEMBRE 2017

(Sentenza dichiarativa – Reclamo – Socio – Trenta giorni dall’iscrizione della sentenza nel registro delle imprese)

In tema di reclamo avverso la sentenza dichiarativa di fallimento, ai sensi dell’articolo 18, quarto comma, l.f., il socio della società fallita, pur titolare di posizioni giuridiche che potrebbero essere pregiudicate dalla dichiarazione di fallimento e potendo, quindi, essere legittimato alla partecipazione al procedimento prefallimentare nonché alla proposizione del reclamo, ha l’onere di proporlo, indipendentemente dalla partecipazione al procedimento di primo grado, nel termine di trenta giorni decorrente dalla iscrizione della sentenza dichiarativa nel registro delle imprese.

CASSAZIONE PENALE, SEZ. VI, SENTENZA N. 41202 DELL’8 SETTEMBRE 2017

(Corruzione – Confisca a carico dell’intermediario – Sull’intero prezzo della corruzione)

In tema di corruzione, ai professionisti che hanno fatto da intermediari è possibile sequestrare l’intero prezzo pattuito fra corrotti e corruttori, incluso il contributo versato alla Cassa di previdenza a fronte della fattura falsa che giustifica il passaggio di denaro.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI, ORDINANZA N. 21003 DELL’8 SETTEMBRE 2017

(Verbale di accertamento – Multa – Infrazioni al codice della strada – Notifica – Avviso di ricevimento – Tramite servizio postale – Fotocopia e non originale)

La produzione dell’avviso di ricevimento del piego raccomandato contenente la copia dell’atto processuale spedita per la notificazione a mezzo del servizio postale, ai sensi dell’art. 149 c.p.c., richiesta dalla legge in funzione della prova dell’avvenuto perfezionamento del procedimento notificatorio, può avvenire anche mediante l’allegazione di fotocopie non autenticate, ove manchi contestazione in proposito, poiché la regola posta dall’art. 2719 c.c. – per la quale le copie fotografiche o fotostatiche hanno la stessa efficacia di quelle autentiche, non solo se la loro conformità all’originale è attestata dal pubblico ufficiale competente, ma anche qualora detta conformità non sia disconosciuta dalla controparte, con divieto per il giudice di sostituirsi nell’attività di disconoscimento alla parte interessata, pure se contumace – trova applicazione generalizzata per tutti i documenti.

CASSAZIONE PENALE, SEZ. UNITE, SENTENZA N. 41210 DELL’8 SETTEMBRE 2017

(Inviolabilità del domicilio – Accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico – Pubblico ufficiale – Abilitato all’accesso – Utilizzo per ragioni estranee al servizio)

Integra il delitto previsto dall’articolo 615 ter, secondo comma, n. 1, c.p. la condotta del pubblico ufficiale o dell’incaricato di un pubblico servizio che, pur essendo abilitato e pur non violando le prescrizioni formali impartite dal titolare di un sistema informatico o telematico protetto per delimitarne l’accesso (nella specie, registro delle notizie di reato: Re.Ge.), acceda o si mantenga nel sistema per ragioni ontologicamente estranee e comunque diverse rispetto a quelle per le quali la facoltà di accesso gli è attribuita.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. II, SENTENZA N. 20957 DELL’8 SETTEMBRE 2017

(Preliminare – Domanda – Grave inadempimento del promissario acquirente – Ulteriori danni da liquidarsi in separata sede – Risoluzione)

Deve essere qualificata come domanda di declaratoria di risoluzione di un contratto preliminare quella volta a conseguire, oltre alla risoluzione del contratto per grave inadempimento del promissario acquirente, la condanna al risarcimento di ulteriori danni, sia pure da liquidarsi in separata sede. La parte non inadempiente può, infatti, anziché esercitare il recesso, chiedere la risoluzione del contratto e l’integrale risarcimento del danno sofferto in base alle regole generali, e cioè sul presupposto di un inadempimento imputabile e di non scarsa importanza; nel qual caso non può incamerare la caparra, essendole invece consentito solo trattenerla a garanzia della pretesa risarcitoria o in acconto su quanto spettantele a titolo di anticipo dei danni che saranno in seguito accertati e liquidati. In siffatta evenienza la restituzione della caparra è ricollegabile agli effetti restitutori propri della risoluzione negoziale, come conseguenza del venir meno della causa della corresponsione, giacché in tale ipotesi essa perde la su indicata funzione di limitazione forfettaria e predeterminata della pretesa risarcitoria all’importo convenzionalmente stabilito in contratto, e la parte che allega di aver subìto il danno, oltre che alla restituzione di quanto prestato in relazione o in esecuzione del contratto, ha diritto anche al risarcimento dell’integrale danno subìto, se e nei limiti in cui riesce a provarne l’esistenza e l’ammontare in base alla disciplina generale di cui agli articoli 1453 e seguenti c.c.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. II, SENTENZA N. 21042 DELL’11 SETTEMBRE 2017

(Sale and lease back – Violazione del divieto di patto commissorio)

Deve ritenersi in tema di sale and lease back che gli elementi ordinariamente sintomatici della frode alla legge siano: la presenza di una situazione di credito e debito tra la società finanziaria (concedente) e l’impresa venditrice utilizzatrice, preesistente o contestuale alla vendita; le difficoltà economiche dell’impresa venditrice, legittimanti il sospetto di un approfittamento della sua condizione di debolezza; la sproporzione tra il valore del bene trasferito e il corrispettivo versato dall’acquirente, che confermi la validità di tale sospetto. Ne consegue che il loro concorso vale a fondare ragionevolmente la presunzione che il sale and lease back, contratto d’impresa per sé lecito, sia stato in concreto impiegato per eludere il divieto di patto commissorio e sia pertanto nullo perché in frode alla legge.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI – T, SENTENZA N. 21157 DEL 12 SETTEMBRE 2017

(Ricavi in nero – Presunzione di distribuzione ai soci anche in assenza di accertamento definitivo)

È legittimo l’accertamento Irpef a carico del socio anche se l’atto impositivo che imputa all’azienda dei ricavi in nero non è ancora definitivo.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI – 3, SENTENZA N. 21136 DEL 12 SETTEMBRE 2017

(Processo in Cassazione – Ricorso – Parametri)

In tema di ricorso per cassazione, ai fini del requisito di cui all’art. 366, n. 3, c.p.c., la pedissequa riproduzione dell’intero, letterale contenuto degli atti processuali è, per un verso, del tutto superflua, non essendo affatto richiesto che si dia meticoloso conto di tutti i momenti nei quali la vicenda processuale si è articolata; per altro verso, è inidonea a soddisfare la necessità della sintetica esposizione dei fatti, in quanto equivale ad affidare alla Corte, dopo averla costretta a leggere tutto (anche quello di cui non occorre sia informata), la scelta di quanto effettivamente rileva in ordine ai motivi di ricorso.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI – 3, SENTENZA N. 21173 DEL 13 SETTEMBRE 2017

(Avvocato – Obbligo di diligenza)

Nell’adempimento dell’incarico professionale conferitogli, l’obbligo di diligenza impone all’avvocato di assolvere, sia all’atto del conferimento del mandato che nel corso dello svolgimento del rapporto, (anche) ai doveri di sollecitazione, dissuasione ed informazione del cliente, essendo tenuto a rappresentare a quest’ultimo tutte le questioni di fatto e di diritto, comunque insorgenti, ostative al raggiungimento del risultato, o comunque produttive del rischio di effetti dannosi; di richiedergli gli elementi necessari o utili in suo possesso; a sconsigliarlo dall’intraprendere o proseguire un giudizio dall’esito probabilmente sfavorevole. A tal fine incombe su di lui l’onere di fornire la prova della condotta mantenuta, insufficiente al riguardo peraltro essendo il rilascio da parte del cliente delle procure necessarie all’esercizio dello “jus postulandi”, stante la relativa inidoneità ad obiettivamente ed univocamente deporre per la compiuta informazione in ordine a tutte le circostanze indispensabili per l’assunzione da parte del cliente di una decisione pienamente consapevole sull’opportunità o meno d’iniziare un processo o intervenire in giudizio.

CASSAZIONE PENALE, SEZ. I, SENTENZA N. 41762 DEL 14 2017

(Pena – Misura alternativa – Affidamento in prova al servizio sociale – Risarcimento del danno alla vittima del reato)

Deve ritenersi che il mancato o non integrale risarcimento del danno non è di per sé di ostacolo alla concessione ed al positivo svolgimento dell’affidamento in prova e che le prescrizioni impartibili devono essere comunque compatibili con le concrete possibilità del condannato.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. I, ORDINANZA N. 21215 DEL 13 2017

(Figli minori – Sindrome di alienazione parentale – Affido esclusivo)

Con il divorzio fra i coniugi deve essere disposto l’affido esclusivo a uno dei genitori laddove si riscontri una sindrome di alienazione parentale nel minore, derivante dalla condotta dell’altro genitore che tenta di esautorare il primo e di sostituirlo agli occhi del figlio con il suo attuale compagno.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI, ORDINANZA N. 21335 DEL 14 SETTEMBRE 2017

(Difensore – Iscritto all’Ordine di un tribunale diverso da quello nella cui circoscrizione ricade la sede della Corte d’appello – Mancata elezione di domicilio – Nel luogo dove ha sede la Corte di appello innanzi alla quale è causa – Indirizzo di posta elettronica certificata – Comunicato al Consiglio dell’Ordine di appartenenza – Non indicata negli atti processuali notificati alla controparte – Domiciliazione ex lege in cancelleria)

Deve ritenersi inammissibile per tardività l’appello notificato decorsi trenta giorni dalla notifica della sentenza di primo grado effettuata alla cancelleria del tribunale dovendosi ritenere sussistente la domiciliazione ex lege in cancelleria per il difensore iscritto all’Ordine di un tribunale diverso da quello nella cui circoscrizione ricade la sede della Corte d’appello che non ha eletto domicilio nel luogo dove ha sede la Corte di appello innanzi alla quale è causa, deve distinguersi tra comunicazione al Consiglio dell’Ordine e alla cancelleria della Pec, e indicazione della Pec negli atti processuali notificati alla controparte, la quale ultima non ha un onere di ricerca della Pec che non le sia stata resa nota nel modo di legge.

CASSAZIONE PENALE, SEZ. FERIALE, SENTENZA N. 41795 DEL 14 SETTEMBRE 2017

(Ponteggio – Non ancorato all’edificio da ristrutturare – Allestimento demandato al subappaltatore – Responsabilità del legale rappresentante della società affidataria dei lavori)

Deve ritenersi legittima la condanna del legale rappresentante della società appaltatrice per il mancato ancoraggio del ponteggio all’edificio da ristrutturare, il cui allestimento era demandato al subappaltatore, dovendosi osservare che l’impresa affidataria dei lavori, anche quando ne subappalti l’integrale esecuzione ad altre imprese, deve comunque verificare le condizioni di sicurezza dei lavori affidati e l’applicazione delle disposizioni e del piano di sicurezza e coordinamento.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. I, ORDINANZA N. 21482 DEL 15 SETTEMBRE 2017

(Procuratore antistatario – Credito con privilegio)

Il procuratore antistatario non può insinuarsi al passivo della società soccombente con privilegio.