Lettera informativa n. 118/19 del 18.07.2019 – NG 8-19

 

NEWSLETTER GIURISPRUDENZIALE n. 8-2019

 

FEBBRAIO 2019 (I)

 

 CASSAZIONE PENALE, SEZ. V, SENTENZA N. 5514 DEL 4 FEBBRAIO 2019

(Bancarotta fraudolenta – Pene accessorie)

Spetta al giudice penale stabilire discrezionalmente la durata dell’inabilitazione all’esercizio dell’impresa a carico del manager condannato per bancarotta.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI – 1, ORDINANZA N. 3199 DEL 4 FEBBRAIO 2019

(Pegno – Insinuazione al passivo – Lettera di pegno sottoscritta dal solo cliente – Prelazione pignoratizia)

Ammessa con prelazione al passivo fallimentare la lettera di pegno sottoscritta dal solo cliente. Il requisito della forma scritta si considera infatti rispettato anche quando il contratto non è stato sottoscritto dall’intermediario.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI – 1, SENTENZA N. 3206 DEL 4 FEBBRAIO 2019

(Assegno in favore dei figli – Morte del nonno che apportava un contributo economico)

L’assegno in favore dei figli può aumentare nel caso in cui venga a mancare il nonno che dà al minore un contributo economico rilevante.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. I, SENTENZA N. 3337 DEL 5 FEBBRAIO 2019

(Conto corrente – Interessi anatocistici – Clausola – Nullità – Estratti conto – Onere di produzione – A carico dell’istituto di credito – A partire dall’apertura del conto)

In caso di necessità di ricalcolo del saldo di conto corrente a causa della nullità delle clausole relative agli interessi, è necessario che la banca produca gli estratti conto integrali, ossia a partire dal “saldo zero” iniziale, condizione per effettuare il preciso conteggio del saldo finale, proprio al fine di disporre di un punto di partenza certo da cui iniziare il calcolo delle reciproche rimesse e relative compensazioni.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. II, ORDINANZA N. 3299 DEL 5 FEBBRAIO 2019

(Divisione – Richiesta di supplemento di ctu – Costi addebitati al richiedente)

 Chi chiede un supplemento di ctu sui beni comuni da dividere ne sopporta i costi se la nuova perizia si rivela superflua. Infatti l’esercizio del potere discrezionale del giudice di statuire su questo tipo di spese separatamente dal resto non è sindacabile in sede di legittimità laddove il collegio abbia argomentato in maniera logica.

CASSAZIONE PENALE, SEZ. II, SENTENZA N. 5787 DEL 6 FEBBRAIO 2019

(Truffa – Avvocato – Riscossione delle somme spettanti agli assistiti – Patto di quota lite – Ampio mandato professionale)

Deve ritenersi legittimo l’annullamento della misura cautelare degli arresti domiciliari e del sequestro preventivo a carico dell’avvocato indagato per truffa e autoriciclaggio per aver riscosso somme di denaro destinate ai suoi assistiti laddove l’ampio mandato ricevuto con il patto di quota lite lo legittimava a incassare le somme oggetto di pignoramento presso terzi, non configurandosi così gli artifici e i raggiri necessari affinché si configuri il reato ex articolo 640 ed escludendo di conseguenza il delitto ex articolo 648 ter c.p.

CASSAZIONE PENALE, SEZ. V, SENTENZA N. 5855 DEL 6 FEBBRAIO 2019

(Reati fallimentari – Bancarotta fraudolenta patrimoniale – Immobile – Costituito in un trust – Diritto di abitazione perpetuo all’alienante)

Si configura la bancarotta fraudolenta patrimoniale a carico dell’imprenditore individuale fallito che cede l’immobile a una società inattiva che a sua volta lo conferisce a un trust amministrato da una società estera riservando all’alienante il diritto di abitazione perpetuo, laddove la cessione ha sottratto alla garanzia patrimoniale il valore di scambio sul mercato dell’alloggio, mantenendone il valore d’uso nella disponibilità dell’imputato, tenuto conto delle caratteristiche strutturali del diritto reale di abitazione, connotato dal crisma della personalità dell’utilizzo, alla luce del disposto dell’articolo 1024 c.c., secondo cui i diritti di uso e di abitazione non si possono cedere o dare in locazione, e della durata usque ad vitam del titolare.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI – 3, ORDINANZA N. 3540 DEL 6 FEBBRAIO 2019

(Mail diffamatoria – Proveniente da una casella di posta non certificata – Efficacia di scrittura privata – Libera valutazione da parte del giudice)

La mail non certificata non ha l’efficacia della scrittura privata ed è liberamente valutabile dal giudice. La facile alterabilità del testo comporta, pertanto, che la responsabilità per diffamazione del suo autore deve essere valutata alla luce di tutto il materiale probatorio.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. TRIBUTARIA, ORDINANZA N. 3400 DEL 6 FEBBRAIO 2019

(Tributi diretti – Cessione di studio professionale – Redditi diversi)

Nell’ambito della cessione di uno studio professionale solo la cessione della clientela è tassabile come reddito diverso. Da questa è necessario distinguere i corrispettivi per gli arredi, per il divieto di concorrenza per l’avviamento e, in generale, per gli obblighi di fare e di non fare.

CASSAZIONE PENALE, SEZ. IV, SENTENZA N. 5892 DEL 7 FEBBRAIO 2019

(Responsabile civile – Azienda sanitaria locale – Medici assolti dall’imputazione di omicidio colposo – Assoluzione di merito – Statuizioni civili)

Devono essere eliminate la statuizioni civili a carico dei medici e dell’azienda sanitaria locale dopo l’assoluzione dall’imputazione di omicidio colposo perché il fatto non costituisce reato, dal momento che la sentenza non può che essere qualificata come sentenza assolutoria di merito laddove la Corte d’appello, in ragione del lieve grado di colpa accertato in giudizio, ha reputato che la condotta dell’imputato rientrasse nell’ambito applicativo dell’esonero di responsabilità, per colpa lieve, sancito dall’articolo 3, legge 189/12, applicando dunque la legge Balduzzi, in quanto norma più favorevole, seppure abrogata dalla legge 24/2017.

CASSAZIONE PENALE, SEZ. IV, SENTENZA N. 5890 DEL 7 FEBBRAIO 2019

(Omicidio colposo – Gestore ristorante – Giovane allergico – Decesso)

Il giudice di appello non può riformare la sentenza impugnata nel senso dell’affermazione della responsabilità penale dell’imputato senza aver proceduto, anche d’ufficio, a rinnovare l’istruzione dibattimentale attraverso l’esame dei soggetti che abbiano reso dichiarazioni su fatti del processo, ritenute decisive ai fini del giudizio di primo grado indicando come decisive quelle prove che hanno determinato o anche soltanto contribuito a determinare un esito liberatorio, e che, pur in presenza di altre fonti probatorie di diversa natura, se espunte dal complesso del materiale probatorio, si rivelano potenzialmente idonee a incidere sull’esito del giudizio di appello, nell’alternativa proscioglimento-condanna.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI – 2, ORDINANZA N. 3673 DEL 7 FEBBRAIO 2019

(Difensore d’ufficio – Liquidazione da parte dello Stato – Obbligo di dimostrare la totale non abbienza della parte)

Al difensore d’ufficio bastano decreto ingiuntivo e precetto per ottenere i compensi direttamente dallo Stato. Il legale, infatti, non è tenuto a dimostrare la totale non abbienza dell’assistito facendo verifiche bancarie o in conservatoria, posto che nessuna norma di legge impone l’espletamento puntiglioso di tutte le possibili attività.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. LAVORO, SENTENZA N. 3648 DEL 7 FEBBRAIO 2019

(Pignoramento – Quinto – Calcolo – Al netto delle ritenute)

Anche nel caso di compensazione attuata dall’Inps per propri crediti, ai sensi dell’articolo 69 della legge 153/69, sugli importi pignorabili dei trattamenti pensionistici da erogare, il calcolo della quota pignorabile e dunque compensabile, pari ad un quinto, va effettuato valutando tali trattamenti al netto delle ritenute che per legge siano applicate a titolo fiscale.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. UNITE, SENTENZA N. 3706 DEL 7 FEBBRAIO 2019

(Cancellazione dall’albo – Procedura – Audizione dell’interessato)

Il Consiglio dell’Ordine degli avvocati, qualora rilevi la mancanza di un requisito necessario per l’iscrizione all’albo, prima di deliberare la cancellazione dell’iscritto, oltre all’obbligo di invitarlo a presentare eventuali osservazioni, ha anche l’obbligo di procedere alla sua audizione a condizione che questi chieda di essere ascoltato, in quanto il comma 12 dell’articolo 17 della legge 247/12 contiene una previsione diversa rispetto alla normativa sulla procedura disciplinare, richiamata dal comma 3 del medesimo articolo 17 solo in quanto applicabile.

CASSAZIONE PENALE, SEZ. UNITE, SENTENZA N. 6141 DEL 7 FEBBRAIO 2019

(Revisione di sentenza di appello – Condanna al risarcimento – Imputato – Proscioglimento – Ammissibilità a effetti penali e civili)

E’ ammissibile, sia agli effetti penali che agli effetti civili, la revisione, richiesta ai sensi dell’articolo 630, comma 1, lett. c), c.p.p., della sentenza del giudice dell’appello che, decidendo anche sull’impugnazione ai soli effetti delle disposizioni e dei capi concernenti gli interessi civili, in applicazione della disciplina dettata dall’articolo 578 c.p.p., abbia prosciolto l’imputato per l’intervenuta prescrizione del reato, e contestualmente confermato la sua condanna al risarcimento del danno nei confronti della parte civile.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. I, SENTENZA N. 3869 DELL’8 FEBBRAIO 2019

(Assegno – Funzione assistenziale, compensativa e perequativa – Abitazione familiare – Perdita della disponibilità – Immobile di pregio – Incremento del contributo a carico dell’altro coniuge)

Deve essere cassata con rinvio la sentenza di appello che esclude l’aumento dell’assegno divorzile per il coniuge che ha perso la disponibilità della casa familiare, un immobile di elevate caratteristiche di pregio, laddove non appare adeguatamente valutata l’impossibilità di renderla fungibile con qualsiasi altra abitazione reperibile nello stesso Comune a costi contenuti.

CASSAZIONE PENALE, SEZ. II, SENTENZA N. 6287 DELL’8 FEBBRAIO 2019

(Testimone – Oggetto di pressioni – Inquinamento delle prove – Dichiarazioni predibattimentali – Acquisizione)

Nel caso in cui il testimone oggetto di pressioni volte ad inquinare la genuinità delle sue dichiarazioni dibattimentali (nel caso di specie, dallo stesso denunciate) non si sottragga all’esame dibattimentale, è illegittima l’acquisizione delle dichiarazioni predibattimentali dallo stesso rese senza procedere all’esame.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. LAVORO, SENTENZA N. 3822 DELL’8 FEBBRAIO 2019

(Cessazione nell’esecuzione delle prestazioni – Licenziamento orale)

Il lavoratore subordinato che impugni un licenziamento allegando che è stato intimato senza l’osservanza della forma prescritta ha l’onere di provare, quale fatto costitutivo della sua domanda, che la risoluzione del rapporto di lavoro è ascrivibile alla volontà del datore di lavoro, anche se manifestata con comportamenti concludenti. La mera cessazione nell’esecuzione delle prestazioni non è circostanza di per sé sola idonea a fornire tale prova. Ove il datore di lavoro eccepisca che il rapporto si è risolto per le dimissioni del lavoratore, il giudice sarà chiamato a ricostruire i fatti con indagine rigorosa – anche avvalendosi dell’esercizio dei poteri istruttori d’ufficio ex art. 421 c.p.c. – e solo nel caso perduri l’incertezza probatoria farà applicazione della regola residuale desumibile dall’art. 2697, co. 1, c.c., rigettando la domanda del lavoratore che non ha provato il fatto costitutivo della sua pretesa.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, ORDINANZA N. 3965 DEL 12 FEBBRAIO 2019

(Leasing traslativo – Risoluzione per inadempimento dell’utilizzatore)

L’utilizzatore ha diritto alla restituzione delle rate pagate se il leasing traslativo è risolto per inadempimento. È esclusa l’applicazione analogica della disciplina dettata in materia fallimentare perché questa regola la diversa ipotesi dello scioglimento del negozio come conseguenza del default dell’utilizzatore.

CASSAZIONE PENALE, SEZ. III, SENTENZA N. 6920 DEL 13 FEBBRAIO 2019

(Evasione Iva – Crac multinazionale – Crisi di liquidità)

Può essere annullata la condanna per evasione Iva dell’imprenditore coinvolto nel crac della multinazionale. Può essere assolto il fornitore che non paga l’imposta per la crisi di liquidità generata dall’insolvenza del grande gruppo industriale.

CASSAZIONE PENALE, SEZ. II, SENTENZA N. 7011 DEL 13 FEBBRAIO 2019

(Illecita concorrenza con minaccia o violenza)

Integra la condotta del reato di atti di concorrenza con violenza o minaccia qualsiasi comportamento violento o intimidatorio, idoneo ad impedire al concorrente di autodeterminarsi nell’esercizio della sua attività commerciale, industriale o comunque produttiva. Tale orientamento appare da preferire a quello che restringe l’ambito di operatività dell’articolo 513 bis c.p., richiedendo condotte tipicamente concorrenziali quali il boicottaggio, lo storno dei dipendenti, il rifiuto di contrattare, attuate però con atti di coartazione che inibiscono la normale dinamica imprenditoriale.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, ORDINANZA N. 4306 DEL 14 FEBBRAIO 2019

(Sinistro stradale – Prestazioni stragiudiziali – Strettamente dipendenti dal mandato difensivo – Natura di prestazioni giudiziali)

Le prestazioni stragiudiziali che siano strettamente dipendenti dal mandato relativo alla difesa, sì da potersi considerare attività strumentale o complementare di quella propriamente processuale, hanno, anche esse, natura di prestazioni giudiziali, come la preventiva richiesta di risarcimento del danno all’assicuratore ai sensi della legge 990/69, che integra esercizio di attività stragiudiziale puramente strumentale a quella giudiziale, essendo condizione per la proponibilità dell’azione risarcitoria. Ne consegue che deve essere annullata con rinvio la sentenza d’appello laddove le spese giudiziali sono state calcolate in base al valore residuale della pretesa giudiziale contestata dalla compagnia assicuratrice e non per l’intero ammontare complessivamente riconosciuto in via stragiudiziale e giudiziale.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI – 3, ORDINANZA N. 4360 DEL 14 FEBBRAIO 2019

(Compensazione – Soccombenza – Gravi ed eccezionali motivi – Sentenza costituzionale – Retroattività)

Poiché gli effetti della dichiarazione di incostituzionalità retroagiscono alla data di introduzione nell’ordinamento del testo di legge dichiarato costituzionalmente illegittimo, nel caso in cui con un ricorso per cassazione sia denunciata – ai sensi dell’articolo 360, primo comma, n. 4, c.p.c., – la violazione dell’articolo 92, secondo comma, c.p.c. (nel testo modificato dall’articolo 13, comma 1, del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 132, convertito, con modificazioni, nella legge 10 novembre 2014, n. 162), che la Corte costituzionale, con sentenza 77/2018, ha dichiarato costituzionalmente illegittimo nella parte in cui non prevede che il giudice possa compensare le spese tra le parti, parzialmente o per intero, anche qualora sussistano altre analoghe gravi ed eccezionali ragioni, la valutazione della fondatezza o meno del ricorso deve farsi con riferimento alla situazione normativa determinata dalla pronuncia di incostituzionalità, essendo irrilevante che la decisione impugnata o addirittura la stessa proposizione del ricorso siano anteriori alla pronuncia del giudice delle leggi.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. LAVORO, SENTENZA N. 4432 DEL 14 FEBBRAIO 2019

(Sgravi contributivi – Recupero – Termine di prescrizione)

Agli effetti del recupero degli sgravi contributivi concessi alle imprese su contratti di formazione e lavoro, integranti aiuti di Stato incompatibili col mercato comune, opera il termine ordinario di prescrizione decennale, decorrente dalla notifica alla Repubblica Italiana della decisione comunitaria di recupero.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, ORDINANZA N. 4528 DEL 15 FEBBRAIO 2019

(Esecuzione – Ordinanza di assegnazione ex articolo 553 c.p.c. – Sopravvenuto giudicato reso nel giudizio di opposizione all’esecuzione ex articolo 615, secondo comma, c.p.c. – Accertamento del diritto ad agire in executivis per un importo minore rispetto a quello indicato nel precetto e nell’ordinanza di assegnazione)

La sentenza resa nel giudizio di opposizione alla esecuzione ai sensi dell’articolo 615, commi 1 e 2, c.p.c., anche se la pubblicazione sia intervenuta successivamente alla ordinanza di assegnazione della somma emessa dal Giudice della esecuzione (nella specie nel procedimento di espropriazione presso terzi), accerta ora per allora il diritto del creditore procedente di agire in executivis per il credito portato dal titolo, legittimando il debitore che veda accolta la opposizione – in tutto ad in parte ove la contestazione attenga al quantum – ad esperire nei confronti del creditore soddisfatto l’azione di ripetizione della somma che risultasse indebitamente assegnata dal giudice della esecuzione, venendo a cedere la irrevocabilità ed irretrattabilità del provvedimento di assegnazione – che risponde alla funzione di garanzia degli effetti giuridici prodotti a vantaggio del terzo acquirente o del terzo assegnatario di buona fede – di fronte al giudicato, intervenuto tra creditore procedente e debitore esecutato, che accerta la invalidità od inefficacia, originaria o sopravvenuta, parziale o totale, del diritto di agire in executivis per il credito portato dal titolo. In tal caso, accertato dal giudice della opposizione che il diritto a procedere ad esecuzione forzata concerneva un credito per capitale, interessi e rivalutazione monetaria, relativo ad un “quantum” per interessi e rivalutazione, inferiore a quello intimato con il precetto ed oggetto del pignoramento, il debitore espropriato del maggiore importo in esecuzione dell’ordinanza di assegnazione del giudice dell’esecuzione, è legittimato a ripetere dal creditore la somma indebitamente assegnata. In difetto di accertamento giudiziale ex articolo 615 c.p.c., sia pure con sentenza sopravvenuta alla ordinanza di assegnazione, questa ultima deve ritenersi intangibile, rimanendo indifferente la procedura esecutiva – e rimanendo sottratti alla verifica di validità gli atti della stessa – ad un eventuale pregressa estinzione del credito portato in esecuzione, mediante pagamento spontaneo effettuato dal debitore, essendo questi tenuto a far valere il fatto estintivo sopravvenuto esclusivamente attraverso i rimedi della opposizione alla esecuzione ed agli atti esecutivi apprestati dall’ordinamento.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, ORDINANZA N. 4529 DEL 15 FEBBRAIO 2019

(Notifica – Indirizzo presso cui l’ingiunto aveva la residenza anagrafica fino a poco prima)

La notificazione del decreto ingiuntivo effettuata presso il luogo in cui l’ingiunto aveva la residenza anagrafica fino a poco tempo prima è nulla, ma non inesistente non potendosi dire che tale luogo sia privo di riferimenti col destinatario della notifica. Quest’ultimo resta quindi tutelato dalla possibilità, ricorrendone i presupposti, di reagire avverso il decreto ingiuntivo mediante l’opposizione tardiva prevista dall’articolo 650 c.p.c., che tuttavia non può basarsi sulla sola deduzione del vizio di notificazione, che risulta sanato dalla sola proposizione della stessa.