Lettera informativa n. 119/18 del 06.09.2018 – NG 18-18

 

NEWSLETTER GIURISPRUDENZIALE n. 18-2018

 GIUGNO 2018 (I)

 

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI – 3, ORDINANZA N. 14077 DELL’1 GIUGNO 2018

(Domanda di arricchimento senza causa – Diversa qualificazione giuridica in secondo grado – Ripetizione di indebito)

Il giudice d’appello può accogliere come ripetizione di indebito la domanda di arricchimento senza causa respinta in primo grado. La diversa qualificazione giuridica dell’istanza, infatti, deve essere considerata illegittima solo quando condiziona l’impostazione e la definizione dell’indagine di merito.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. LAVORO, SENTENZA N. 14197 DEL 4 GIUGNO 2018

(Licenziamento – Per giusta causa – Ingiurie rivolte all’amministratore unico)

Legittimo il licenziamento della dipendente socia della s.r.l. che ingiuria l’amministratore unico anche se è il fratello. L’esistenza di una giusta causa di recesso rende irrilevante l’accertamento di un’eventuale natura ritorsiva della misura legata a profondi dissapori sulla gestione aziendale.

CORTE DI GIUSTIZIA, GRANDE SEZIONE, SENTENZA C-673/16 DEL 5 GIUGNO 2018

(Cittadinanza dell’Unione – Nozione di “coniuge” – Matrimonio tra persone dello stesso sesso)

In una situazione in cui un cittadino dell’Unione abbia esercitato la sua libertà di circolazione, recandosi e soggiornando in modo effettivo, conformemente alle condizioni di cui all’articolo 7, paragrafo 1, della direttiva 2004/38/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004, relativa al diritto dei cittadini dell’Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri, che modifica il regolamento (Cee) n. 1612/68 ed abroga le direttive 64/221/Cee, 68/360/Cee, 72/194/Cee, 73/148/Cee, 75/34/Cee, 75/35/Cee, 90/364/Cee, 90/365/CEE e 93/96/Cee, in uno Stato membro diverso da quello di cui ha la cittadinanza, e in tale occasione abbia sviluppato o consolidato una vita familiare con un cittadino di uno Stato terzo dello stesso sesso, al quale si è unito con un matrimonio legalmente contratto nello Stato membro ospitante, l’articolo 21, paragrafo 1, TfUe deve essere interpretato nel senso che osta a che le autorità competenti dello Stato membro di cui il cittadino dell’Unione ha la cittadinanza rifiutino di concedere un diritto di soggiorno sul territorio di detto Stato membro al suddetto cittadino di uno Stato terzo, per il fatto che l’ordinamento di tale Stato membro non prevede il matrimonio tra persone dello stesso sesso. L’articolo 21, paragrafo 1, TfUe deve essere interpretato nel senso che, in circostanze come quelle di cui al procedimento principale, il cittadino di uno Stato terzo, dello stesso sesso del cittadino dell’Unione, che abbia contratto matrimonio con quest’ultimo in uno Stato membro conformemente alla sua normativa, dispone di un diritto di soggiorno per un periodo superiore a tre mesi nel territorio dello Stato membro di cui il cittadino dell’Unione ha la cittadinanza. Tale diritto di soggiorno derivato non può essere sottoposto a condizioni più rigorose di quelle previste all’articolo 7 della direttiva 2004/38.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. II, ORDINANZA N. 14369 DEL 5 GIUGNO 2018

(Attestazione di conformità – Controricorso – Mancata indicazione del nome del file)

In tema di giudizio di legittimità deve escludersi la nullità della notificazione del controricorso, per la violazione dell’articolo 19 ter, primo comma, delle specifiche tecniche del Pct del 16.04.14, laddove tale disposizione prevede che l’attestazione di conformità di una copia informatica contenga, tra l’altro, il nome del relativo file, dovendosi ritenere che la mancata indicazione del nome del file costituisca una irregolarità non riconducibile ad alcuna delle ipotesi di nullità contemplate nell’articolo 11 della legge 53/1994 e, in ogni caso, qualunque nullità della notifica del controricorso risulta sanata dal raggiungimento dello scopo, a mente dell’articolo 156, terzo comma, c.p.c., avendo il ricorrente replicato alle argomentazioni svolte nel controricorso medesimo.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. II, SENTENZA N. 14371 DEL 5 GIUGNO 2018

(Cessione di un fabbricato fatiscente – In cambio di un appartamento da realizzare)

La cessione di un fabbricato da demolire in cambio di un appartamento da realizzare configura una permuta e non un appalto. Con la conseguenza che per i vizi della cosa consegnata devono essere applicati i termini di decadenza stabiliti dalla disciplina sulla vendita.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. II, ORDINANZA N. 14485 DEL 6 GIUGNO 2018

(Parte ammessa al patrocinio a spese dello Stato – Riliquidazione del compenso al difensore)

Deve essere annullata l’ordinanza che riliquida il compenso dovuto al difensore per la parte ammessa al patrocinio a spese dello Stato limitandosi all’utilizzo di modulo all’uopo predisposto contenente un generico richiamo, quale criterio di liquidazione, alle tariffa professionale vigente, senza anche esternare la necessaria valutazione circa la reale effettuazione delle attività professionali indicate e la valutazione dell’impegno professionale richiesto dalla questione giuridica trattata e l’indicazione della ragione fondante la modifica della statuizione adottata dal primo giudice.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI – 2, ORDINANZA N. 14622 DEL 6 GIUGNO 2018

(Opere eseguite dal singolo su parti comuni – Azione volta alla rimozione – Imprescrittibilità)

E’ imprescrittibile l’azione del condominio volta a far rimuovere opere effettuate dal singolo su parti comuni. La domanda, infatti, ha natura reale e può essere neutralizzata solo con la prova di aver usucapito il diritto a mantenere la situazione lesiva.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. I, SENTENZA N. 14669 DEL 6 GIUGNO 2018

(Coniuge interdetto – Domanda di separazione giudiziale presentata dal tutore)

È legittima la domanda di separazione giudiziale presentata dal tutore in nome e per conto dell’interdetto. Al legale rappresentante dell’incapace, infatti, va consentito anche il compimento di atti personalissimi in virtù di un’interpretazione costituzionalmente orientata delle norme. Senza contare poi che, in assenza di un conflitto di interessi tra tutore e interdetto, non è necessaria la nomina di un curatore speciale che si risolverebbe in un inutile formalismo.

CASSAZIONE PENALE, SEZ. V, SENTENZA N. 25651 DEL 6 GIUGNO 2018

(Ne bis in idem – Appropriazione indebita – Assoluzione definitiva – Imputazione per bancarotta fraudolenta per distrazione)

Deve essere annullata senza rinvio la sentenza d’appello perché l’azione penale non poteva essere promossa per precedente giudicato laddove l’imputato risulta assolto in via definitiva dall’accusa di appropriazione indebita della somma di 35 mila euro, che è anche alla base della successiva contestazione di bancarotta fraudolenta per distrazione, laddove, pur ammettendo (in ipotesi) che, agli effetti dell’articolo 649 c.p.p., appropriazione indebita e bancarotta siano fatti diversi, per la presenza, nella bancarotta, di un elemento naturalisticamente diverso dall’appropriazione, deve riconoscersi che l’unica condotta che ha dato origine ad entrambi i procedimenti era stata, prima dell’avvio del procedimento per il reato fallimentare, oggetto di accertamento in sede penale, con esito liberatorio per l’imputato, sicché su di esso si era formato il giudicato.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, SENTENZA N. 14722 DEL 7 GIUGNO 2018

(Notifica al portiere dello stabile – Studio del difensore domiciliatario – Perfezionamento)

Deve escludersi che il perfezionamento della notifica “a mezzo posta” eseguita al portiere dello stabile in cui è situato lo studio del difensore domiciliatario decorrerà dalla data di ricezione della raccomandata informativa anziché dalla data di spedizione, che è invece considerata dalla legge idonea a completare la fattispecie legale, in base alla diversa rilevanza che assume la raccomandata informativa nell’articolo 7 e nell’articolo 8 della legge 890/82, in relazione alla avvenuta materiale consegna o meno dell’atto notificando, differenza specifica questa che non consente – attesa la diversità delle fattispecie notificatorie in comparazione – di estendere anche alla notifica eseguita ai sensi dell’articolo 7 della legge 890/82 gli interventi additivi richiesti dalla Corte costituzionale (sentenza n. 3/2010) al fine di equiparare il risultato di conoscibilità legale degli analoghi procedimenti notificatori di cui all’articolo 140 c.p.c. ed all’articolo 8 della legge 890/82.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. TRIBUTARIA, SENTENZA N. 14958 DELL’8 GIUGNO 2018

(Cartella esattoriale – Coeredi – Definizione agevolata – Solidarietà)

In tema di solidarietà tributaria, i coeredi che siano destinatari di un unico avviso di accertamento di valore dei beni caduti in successione sono titolari di rapporti giuridici tributari autonomi, pur permanendo la solidarietà tra i coeredi stessi; solidarietà che può essere invocata, ai fini dell’estensione di un giudicato riflesso, ai sensi dell’articolo 306 c.c., soltanto dal coerede o dai coeredi nei cui confronti non si sia già formato un giudicato diretto. Analogamente, non può invocarsi l’applicazione di una disposizione agevolativa, in un momento successivo alla definizione del rapporto tributario, avvenuta attraverso una sentenza non più suscettibile d’impugnazione.

CASSAZIONE PENALE, SEZ. VI, SENTENZA N. 26285 DELL’8 GIUGNO 2018

(Estinzione – Condotta riparatoria – Declaratoria in sede di legittimità)

La causa di estinzione del reato di cui all’articolo 162 ter c.p. deve ritenersi applicabile anche ai processi pendenti in sede di legittimità al momento di entrata in vigore della relativa disciplina, quando le condotte riparatorie siano state già eseguite nel corso del giudizio di merito, dovendosi ritenere che, nei processi pendenti in una fase successiva alla dichiarazione di apertura del dibattimento alla data di entrata in vigore della legge 103/17, le esigenze sottese alla previsione dell’audizione delle parti e della persona offesa, e che attengono alla valutazione della congruità dei risarcimenti e dell’eliminazione, «ove possibile», delle conseguenze dannose o pericolose del reato, possono ritenersi soddisfatte in considerazione delle attività istruttorie compiute nel corso del giudizio di merito.

CASSAZIONE PENALE, SEZ. IV, SENTENZA N. 26302 DELL’8 GIUGNO 2018

(Patrocinio dei non abbienti – Ammissione – Condizioni – Limiti di reddito – Indennità di accompagnamento – Esclusione dal calcolo del reddito)

In materia di gratuito patrocinio, ai fini della determinazione del reddito rilevante per l’ammissione al beneficio, non può tenersi conto di quanto percepito a titolo di indennità di accompagnamento a favore degli invalidi totali. Si è invero precisato che tale indennità ha natura di sussidio destinato a fare fronte agli impegni di spesa indispensabili per consentire alla persona disabile, condizioni di vita compatibili con la dignità umana. Per tale ragione essa non rientra nella nozione di reddito, di cui all’articolo 76 del testo unico sulle spese di giustizia.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, SENTENZA N. 15193 DEL 12 GIUGNO 2018

(Opposizione agli atti esecutivi – Comunicazione telematica)

In base al principio di generale sanatoria della nullità degli atti processuali che abbiano comunque raggiunto il loro scopo, la comunicazione, da parte della cancelleria, del provvedimento del giudice dell’esecuzione è idonea a determinare il decorso del termine per la proposizione dell’opposizione agli atti esecutivi di cui all’articolo 617 c.p.c. anche qualora sia avvenuta in non esatta ottemperanza al disposto del capoverso dell’articolo 45 disp. att. c.p.c. (come nel caso in cui essa abbia avuto ad oggetto il testo non integrale del provvedimento), purché abbia determinato in capo al destinatario la conoscenza di fatto della giuridica esistenza un provvedimento potenzialmente pregiudizievole. Pertanto, è onere del destinatario, nonostante l’incompletezza della comunicazione, attivarsi per prendere piena conoscenza dell’atto, senza che ciò impedisca il decorso del termine complessivo di venti giorni dalla comunicazione incompleta; ed incombe all’opponente dimostrare, se del caso, l’inidoneità in concreto della ricevuta comunicazione ai fini dell’estrinsecazione, in detti termini, del suo diritto di difesa.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, ORDINANZA N. 15200 DEL 12 GIUGNO 2018

(Posta elettronica certificata – Mera irritualità)

Deve ritenersi che l’irritualità della notificazione via posta elettronica certificata non possa mai comportare la nullità della stessa se ha comunque prodotto il risultato della conoscenza dell’atto e cioè lo scopo della sequenza notificatoria, dovendosi ritenere che la legge 53/1994 all’articolo 11 (in cui è stabilito che la nullità delle notificazioni telematiche incorre qualora siano violate le relative norme contenute negli articoli precedenti e, comunque, se vi è incertezza sulla persona cui è stata consegnata la copia dell’atto o sulla data della notifica), confermi indirettamente il principio desumibile dall’articolo 156, terzo comma, c.p.c.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, ORDINANZA N. 15209 DEL 12 GIUGNO 2018

(Lite temeraria – Ricorso contenente una mera complessiva richiesta di rivalutazione nel merito della controversia – Abuso del processo)

La condanna ex articolo 96, comma 3, c.p.c., applicabile d’ufficio in tutti i casi di soccombenza, configura una sanzione di carattere pubblicistico, autonoma ed indipendente rispetto alle ipotesi di responsabilità aggravata ex articolo 96, commi 1 e 2, c.p.c. e con queste cumulabile, volta al contenimento dell’abuso dello strumento processuale; la sua applicazione, pertanto, non richiede, quale elemento costitutivo della fattispecie, il riscontro dell’elemento soggettivo del dolo o della colpa grave, bensì di una condotta oggettivamente valutabile alla stregua di abuso del processo, quale l’aver agito o resistito pretestuosamente che ai fini della condanna ex articolo 96, terzo comma, c.p.c. può costituire abuso del diritto all’impugnazione la proposizione di un ricorso per cassazione basato su motivi manifestamente incoerenti con il contenuto della sentenza impugnata, o completamente privo di autosufficienza oppure contenente una mera complessiva richiesta di rivalutazione nel merito della controversia, oppure fondato sulla deduzione del vizio di cui all’articolo 360 n. 5 c.p.c., ove sia applicabile, ratione temporis, l’articolo 348 ter ultimo comma c.p.c. che ne esclude la invocabilità.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, ORDINANZA N. 15378 DEL 13 GIUGNO 2018

(Immobile a uso non abitativo – Mancanza del certificato di abitabilità – Utilizzazione del bene da parte del conduttore)

La mancanza del certificato di abitabilità dell’immobile concesso in locazione non blocca lo sfratto per morosità del conduttore. L’astratta idoneità del locale a ottenere l’attestato e il concreto uso del bene non consentono infatti all’inquilino di ottenere la risoluzione del contratto.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, SENTENZA N. 15392 DEL 13 GIUGNO 2018

(Sinistro stradale – Giudizio penale – Esclusione del concorso di colpa – Giudicato penale – Successiva causa civile di risarcimento)

Il giudicato penale sull’esclusione del concorso di colpa di un sinistro stradale non è vincolante nella causa di risarcimento. La ricostruzione storico-dinamica dell’incidente, infatti, non può formare oggetto di un nuovo accertamento ma il giudice civile può indagare su altre modalità del fatto non considerate dal magistrato penale. Con la conseguenza che ai fini risarcitori ci può essere una divergenza in ordine alla percentuale di responsabilità.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI – 1, ORDINANZA N. 15420 DEL 13 GIUGNO 2018

(Arbitri – Compenso – Diritto degli arbitri a ricevere il compenso – Fatto costitutivo – Effettivo espletamento dell’incarico – Irrilevanza della validità ed efficacia del lodo)

Il diritto dell’arbitro di ricevere il pagamento dell’onorario sorge per il fatto di avere effettivamente espletato l’incarico conferitogli, nell’ambito del rapporto di mandato intercorrente tra le parti e gli arbitri, e prescinde dalla validità ed efficacia del lodo.

CASSAZIONE PENALE, SEZ. VI, SENTENZA N. 27175 DEL 13 GIUGNO 2018

(Violazione degli obblighi di assistenza familiare – Nuova norma di cui all’articolo 570 bis c.p. – Violazione degli obblighi di assistenza familiare in caso di separazione o di scioglimento del matrimonio)

Deve ritenersi che la nuova norma ex articolo 570 bis c.p., rubricato “Violazione degli obblighi di assistenza familiare in caso di separazione o di scioglimento del matrimonio”, quanto alla violazione dell’obbligo di corresponsione dell’assegno stabilito in sede giudiziale in favore dell’altro coniuge e/o dei figli a seguito della cessazione degli effetti civili del matrimonio, si ponga in chiara continuità normativa, essendo rimasta immutata la struttura del reato: ne consegue che è possibile fare riferimento alla elaborazione giurisprudenziale che sul tema si era registrata, dovendosi osservare che in tema di violazione degli obblighi di assistenza familiare, lo stato di bisogno di un minore il quale, appunto perché tale, non è in grado di procacciarsi un reddito proprio, è un dato di fatto incontrovertibile per cui entrambi i genitori sono tenuti a provvedere per ovviarvi; il reato sussiste anche quando l’altro genitore provveda, direttamente o indirettamente, in via sussidiaria ai bisogni della prole.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. I, ORDINANZA N. 15699 DEL 14 GIUGNO 2018

(Fallimento di snc e dei soci – Passivo fallimentare – Immobile del fallito concesso in comodato – Spese sostenute dai comodatari per ristrutturare l’immobile – Rimborso – Insinuazione al passivo)

I coniugi che hanno ricevuto un immobile del fallito in comodato non possono insinuare al passivo le spese sostenute per ristrutturare il bene. L’imposizione al comodante dell’obbligo di provvedere alla manutenzione straordinaria dell’immobile renderebbe troppo gravoso il suo sacrificio economico. Il comodante, infatti, si limita a consegnare la cosa nello stato in cui si trova, buono o cattivo che sia, e non è in alcun modo tenuto a far sì che il bene sia idoneo all’uso cui il comodatario intende destinarla.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, SENTENZA N. 15761 DEL 15 GIUGNO 2018

(Notaio – Responsabilità professionale – Vendita immobiliare – Mancata segnalazione della presenza di ipoteche)

Il notaio che, chiamato a stipulare un contratto di compravendita immobiliare, ometta di accertarsi dell’esistenza di iscrizioni ipotecarie pregiudizievoli sull’immobile, può essere condannato al risarcimento del danno consistente nel pagamento della somma complessivamente necessaria per la cancellazione del vincolo, la cui determinazione deve essere rimessa al giudice di merito. L’attività preparatoria che rientra nei doveri di diligenza dell’attività notarile deve essere svolta in tempi utili a garantire la corrispondenza dell’esito delle ricerche effettuate con le condizioni del bene che vengono descritte nell’atto, sia in ragione della necessità di assicurare la serietà e la certezza degli effetti tipici di esso, sia in funzione della realizzazione sostanziale della funzione di pubblico ufficiale.