Lettera informativa n. 51/17 del 03.04.2017 NG 1-17

 

NEWSLETTER GIURISPRUDENZIALE n. 1-2017

OTTOBRE 2016

CASSAZIONE PENALE, SEZ. UNITE, SENTENZA N. 41432 DEL 3 OTTOBRE 2016

(Impedimento – Imprevedibili ragioni di salute – Mancata nomina di un sostituto processuale – Indicazione delle ragioni dell’omessa designazione)

Il difensore impedito a causa di serie ragioni di salute o da altro evento non prevedibile o evitabile non ha l’onere di designare un sostituto processuale o indicare le ragioni dell’omessa nomina, dovendosi reputare rilevante nel giudizio camerale di appello, conseguente a processo di primo grado celebrato con rito abbreviato, l’impedimento del difensore determinato da non prevedibili ragioni di salute.

CASSAZIONE PENALE, SEZ. VI, SENTENZA N. 41726 DEL 4 OTTOBRE 2016

(Custodia in carcere – Funzionario pubblico – Corruzione propria – Turbativa d’asta – Sospensione dal servizio)

In tema di misure cautelari personali, la valutazione prognostica sfavorevole sul pericolo di reiterazione di delitti della stessa specie di quelli per cui si procede non è impedita dal fatto che l’incolpato abbia dismesso l’ufficio o la funzione, nell’esercizio dei quali ha realizzato la condotta criminosa; tale valutazione richiede peraltro la presenza di specifiche circostanze fattuali idonee a comprovare il concreto pericolo che l’agente, svolgendo una diversa attività, non collegata con il ruolo pubblico precedentemente ricoperto, continui a porre in essere ulteriori condotte analoghe.

CASSAZIONE PENALE, SEZ. VI, SENTENZA N. 41697 DEL 4 OTTOBRE 2016

(Violazione degli obblighi di assistenza familiare – Obbligato detenuto – Versamento una tantum di somme modeste – Impossibilità economica – Scriminante)

In tema di violazione degli obblighi di assistenza familiare, la condizione di impossibilità economica dell’obbligato vale come scriminante soltanto se si estende a tutto il periodo di tempo nel quale sono state reiterate le inadempienze e se consiste in una situazione incolpevole di indisponibilità di introiti sufficienti a soddisfare le esigenze minime di vita degli aventi diritto. Pacifica è l’affermazione secondo cui la responsabilità per omessa prestazione dei mezzi di sussistenza non è esclusa dall’incapacità di adempiere, ogniqualvolta questa sia dovuta, anche solo parzialmente, a colpa dell’agente, colpa ritenuta configurabile anche in relazione allo stato di prolungata detenzione, potendo tale stato ritenersi sicuramente colpevole poiché attraverso la commissione di reati il soggetto obbligato si mette nella condizione di non poter adempiere.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. II, SENTENZA N. 19790 DEL 4 OTTOBRE 2016

(Cessione di cubature – Distanze nelle costruzioni – Vanno rispettate quelle imposte dalla legge di un minimo di cinque metri)

In tema di distanze nelle costruzioni, ai sensi dell’articolo 873 c.c., le norme che impongono l’osservanza delle distanze dai confini prescindono dall’avvenuta edificazione e dalla futura edificabilità del fondo limitrofo.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, SENTENZA N. 19986 DEL 6 OTTOBRE 2016

(Sinistro stradale – Trasportato – Coniuge del conducente in regime di comunione legale dei beni)

In tema di sinistri stradali devono considerarsi coperti dall’assicurazione obbligatoria anche i danni sofferti dal coniuge, trasportato sulla vettura assicurata, comproprietario del veicolo in regime di comunione legale di beni con il conducente.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. II, SENTENZA N. 20457 DELL’11 OTTOBRE 2016

(Conto corrente cointestato – Coniuge che ha eseguito le operazioni – Onere della prova – Prelievo finalizzato a soddisfare le esigenze della comunione)

A fronte di prelevamenti, da parte di un coniuge, di somme di pertinenza della comunione – quali sono quelle giacenti sul conto corrente intestato alla coppia -, compete al coniuge che abbia effettuato le operazioni e che alleghi di aver impiegato gli importi prelevati nell’interesse della comunione o della famiglia dimostrare quest’ultima circostanza: se quindi il coniuge che ha effettuato il prelievo assuma, senza provarlo, che esso è finalizzato a soddisfare esigenze della famiglia o della comunione, la domanda restitutoria deve essere accolta.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, SENTENZA N. 20384 DELL’11 OTTOBRE 2016

(Uso non abitativo – Aumenti del canone – “A scaletta”)

In tema di locazione di immobili adibiti ad uso diverso da quello abitativo, ogni pattuizione avente ad oggetto non già l’aggiornamento del corrispettivo ai sensi dell’articolo 32 l. n. 392/78, ma veri e propri aumenti del canone, deve ritenersi nulla ex articolo 79, comma 1, della stessa legge, in quanto diretta ad attribuire al locatore un canone più elevato rispetto a quello legislativamente previsto, senza che il conduttore possa, neanche nel corso del rapporto, e non soltanto in sede di conclusione del contratto, rinunciare al proprio diritto di non corrispondere aumenti non dovuti. Inoltre, la clausola che prevede la determinazione del canone “a scaletta” è valida ma a condizione che si tratti, non già di un vero e proprio “aumento”, bensì di un “adeguamento” del canone al mutato valore locativo dell’immobile volto a ripristinare il sinallagma originario, evitando uno squilibrio a vantaggio del conduttore altrimenti determinato dal canone fisso ovvero di una limitata e iniziale “riduzione” del canone convenuto, sempre che nell’uno, come nell’altro caso, tanto emerga da elementi obiettivi e predeterminati cui sia affidata “la scaletta” del canone.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. LAVORO, SENTENZA N. 20327 DEL 10 OTTOBRE 2016

(Appaltatore non paga il lavoratore – Committente P.A.)

Se l’appaltatore non paga i propri dipendenti e il committente è un ente pubblico, ai sensi dell’art. 1, comma 2, D.lgs n. 276 del 2003 non è applicabile alle pubbliche amministrazioni la responsabilità solidale prevista dall’art. 29, comma 2, del richiamato decreto. L’art. 9 del D.l. 76 del 2013, nella parte in cui prevede la inapplicabilità dell’art. 29 ai contratti di appalto stipulati dalle pubbliche amministrazioni di cui all’art. 1 del D.lgs n. 165 del 2001, non ha carattere di norma di interpretazione autentica, dotata di efficacia retroattiva, ma lo stesso non ha innovato il quadro normativo previgente, avendo solo esplicitato un precetto già desumibile dal testo originario del richiamato art. 29 e dalle successive integrazioni.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. II, SENTENZA N. 20461 DELL’11 OTTOBRE 2016

(Servitù di passaggio – Fondo servente e dominante – Cessata interclusione del fondo dominante – Cause estintive della servitù)

L’art. 1055 c.c. sulla cessazione dell’interclusone del fondo come causa estintiva è applicabile anche alla servitù di passaggio negoziale, allorquando sia stata costituita al ricorrere dei presupposti che avrebbero legittimato la costituzione della medesima servitù in via coattiva.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, SENTENZA N. 20628 DEL 13 OTTOBRE 2016

(Sentenza inviata a mezzo fax – Copia e non originale)

Il ricorso è improcedibile in cassazione se la sentenza impugnata e inviata a mezzo fax è una copia e non corrisponde all’originale. L’articolo 369, secondo comma, n. 2 c.p.c. esige la produzione di una copia autentica, cioè di una copia che rechi l’attestazione di autenticità rispetto all’originale della sentenza, espressa come atto compiuto dal cancelliere in originale e la norma non ammette equipollenti.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI – 3, SENTENZA N. 20720 DEL 14 OTTOBRE 2016

(Decreto ingiuntivo verso più condebitori in via solidale – Liticonsorzio facoltativo – Eccezione di competenza rilevata solo da uno dei coobbligati)

Nel caso di emissione di un decreto ingiuntivo contro più condebitori in via solidale, il carattere litisconsortile facoltativo del cumulo che così si realizza, qualora il decreto venga opposto separatamente dai coobbligati e solo uno o solo alcuni di essi eccepiscano l’incompetenza del giudice che emise il decreto, rende l’eccezione rilevante soltanto a favore del coobbligato che l’ha proposta e, salvo che il giudice rilevi d’ufficio tempestivamente, ove ne abbia il potere, l’incompetenza anche per gli altri, resta escluso che, pur riunite le opposizioni separatamente proposte, possa dichiararsi l’incompetenza e la conseguente caducazione del decreto ingiuntivo anche riguardo ai coobbligati non eccipienti.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, SENTENZA N. 20732 DEL 14 OTTOBRE 2016

(Ricorso in parte manifestamente infondato e in parte manifestamente inammissibile – Abuso del processo)

Laddove il ricorrente abbia proposto un ricorso in parte manifestamente infondato e in parte manifestamente inammissibile deve essere condannato d’ufficio, ai sensi dell’articolo 385, comma 4, c.p.c., al pagamento in favore della parte intimata, in aggiunta alle spese di lite, d’una somma equitativamente determinata a titolo di risarcimento del danno, assumendo a parametro di riferimento l’importo delle spese di lite stesse, e ciò sia se fosse al corrente dell’insostenibilità della propria impugnazione e sia in caso contrario: nel primo caso il ricorrente – e per lui il suo legale, del cui operato ovviamente il ricorrente risponde nei confronti della controparte processuale – ha posto in essere una condotta che l’ordinamento non può consentire; nel secondo ha tenuto una condotta gravemente colposa, consistita nel non essersi adoperato con la exacta diligentia esigibile da chi è chiamato ad adempiere una prestazione professionale altamente qualificata, qual è quella dell’avvocato in generale, e dell’avvocato cassazionista in particolare.

CASSAZIONE PENALE, SEZ. VI, SENTENZA N. 43894 DEL 17 OTTOBRE 2016

(Pubblico ufficiale – Condotta oggettivamente illegittima – Reazione strettamente proporzionata – All’esigenza di esercitare un proprio diritto indebitamente conculcato – Esimente)

Quando il pubblico ufficiale pone in essere una condotta oggettivamente illegittima, in assenza dei necessari presupposti legittimanti, e sulla base di una decisione da lui assunta autonomamente o comunque al di fuori dell’obbligo di eseguire altrui decisioni, non è punibile, a norma dell’articolo 393 bis c.p., una reazione strettamente proporzionata all’esigenza di esercitare un proprio diritto di rango primario indebitamente conculcato, e negli stretti limiti in cui ciò sia necessario a tal fine: ne consegue che deve essere annullata con rinvio la sentenza di merito nella parte in cui ha affermato la responsabilità penale dell’imputato in ordine al reato di resistenza a pubblico ufficiale per il solo fatto che lo stesso abbia esercitato un minimo di violenza fisica nei confronti del brigadiere dei carabinieri che voleva impedirgli di allontanarsi dall’ospedale dopo che invece era stato già effettuato il prelievo ematico nei suoi confronti per accertare l’eventuale guida in stato d’ebbrezza e i relativi campioni erano già nel laboratorio della struttura sanitaria.

CASSAZIONE PENALE, SEZ. V, SENTENZA N. 44103 DEL 18 OTTOBRE 2016

(Bancarotta fraudolenta patrimoniale – Trasformazione di asset patrimoniali – Rispetto dei valori di mercato – Realizzo problematico – Esclusione – Diminuzione patrimoniale effettiva)

Deve essere annullata con rinvio la sentenza di merito in materia di bancarotta fraudolenta patrimoniale che non ha saputo evidenziare l’insussistenza di una ragione economica idonea a giustificare l’operazione incriminata, non potendosi escludere che la trasformazione di asset patrimoniali possa assumere i crismi della tipicità della bancarotta fraudolenta, ma dovendosi osservare che affinché ciò possa essere ritenuto è necessario che l’operazione non avvenga nel rispetto dei valori di mercato ovvero che la stessa sia funzionale a rendere più difficoltosa la futura liquidazione del patrimonio, ad esempio perché il bene su cui si è investito è di realizzo problematico, mentre dette condizioni non si verificano quando il prezzo pagato è in linea con il valore di mercato: ne consegue che non può sostenersi che il patrimonio della fallita abbia subito una effettiva diminuzione, come invece richiesto ai fini della configurabilità del reato.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. LAVORO, SENTENZA N. 21037 DEL 18 OTTOBRE 2016

(Notifica – Sito dell’Ordine – Rilevanza)

Il sito dell’Ordine degli avvocati non fa fede ai fini delle notifiche: infatti, la parte non può confidare sui dati rinvenuti su internet soprattutto se dalla sentenza o da altri documenti è in possesso di altre informazioni.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI, SENTENZA N. 21204 DEL 19 OTTOBRE 2016

(Auto usata – Clausola “vista e piaciuta” – Garanzia vizi occulti)

La garanzia per vizi prevista dall’art. 1490 cod. civ. deve ritenersi operante anche nei casi di vendita di cose mobili usate, dovendo rimanere il vizio occulto preesistente alla conclusione del contratto, ben distinto dal semplice logorio del bene, dovuto al normale uso dello stesso. E, anche nei casi di vendita di beni usati (quale una autovettura usata) i contraenti nell’ambito della loro autonomia contrattuale possono derogare alla disciplina legale della garanzia per vizi della cosa venduta, con l’inserimento nel contratto di apposita clausola, ammessa dall’art. 1490, II comma, c.c. e debitamente approvata per iscritto ex art. 1341 comma 2, cod. civ.

CASSAZIONE PENALE, SEZ. IV, SENTENZA N. 44342 DEL 19 OTTOBRE 2016

(Spese di giudizio – Liquidazione – Criteri – Motivazione)

Anche nella determinazione del compenso per il difensore della parte civile il giudice deve tenere conto della natura, complessità e gravità del procedimento o del processo, delle contestazioni e delle imputazioni, del pregio dell’opera prestata, del numero e dell’importanza delle questioni trattate, anche a seguito di riunione dei procedimenti o dei processi, dell’eventuale urgenza della prestazione, nonché dei risultati del giudizio e dei vantaggi, anche civili e non patrimoniali, conseguiti dal cliente, fornendo adeguata e specifica motivazione sull’utilizzazione dei parametri forensi.

CASSAZIONE PENALE, SEZ. III, SENTENZA N. 44321 DEL 19 OTTOBRE 2016

(Ricorso straordinario per errore di fatto – Caducazione del procedimento viziato – Fissazione del processo in pubblica udienza)

Deve ritenersi che quando la correzione dell’errore di fatto rilevato nella sentenza impone la riconsiderazione del motivo di ricorso, dovendosi procedere alla sostituzione della decisione inficiata dall’errore, la procedura di correzione non possa esaurirsi nell’udienza camerale conseguente alla proposizione del mezzo straordinario, ma deve articolarsi nelle due distinte fasi della immediata caducazione del provvedimento viziato e della successiva udienza per la celebrazione del rinnovato giudizio sul ricorso per cassazione, che può portare alla sostituzione della precedente sentenza.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, SENTENZA N. 21245 DEL 20 OTTOBRE 2016

(Danno non patrimoniale ai parenti della vittima investita e deceduta – Nuove tabelle intervenute nelle more del giudizio – Applicazione)

Se le tabelle applicate per la liquidazione del danno non patrimoniale da morte di un prossimo congiunto cambiano nelle more tra l’introduzione del giudizio e la sua decisione, il giudice, anche d’appello, ha l’obbligo di utilizzare i parametri vigenti al momento della decisione.

CASSAZIONE PENALE, SEZ. III, SENTENZA N. 44578 DEL 24 OTTOBRE 2016

(Sequestro conservativo – Revoca – Cessazione dei presupposti che hanno legittimato l’adozione)

Gli effetti del sequestro cessano quando la sentenza di proscioglimento o di non luogo a procedere non è più soggetta a impugnazione. La misura cautelare del sequestro conservativo, prima della definitività della sentenza di proscioglimento o di non luogo a procedere, è suscettibile di revoca solo nel caso in cui venga offerta idonea cauzione e non anche per il venir meno dei presupposti che ne hanno legittimato l’adozione, laddove del resto non esiste nell’ordinamento processuale una norma che ne autorizzi la revoca, esplicitamente invece prevista per il sequestro preventivo.

 CASSAZIONE CIVILE, SEZ. II, SENTENZA N. 21537 DEL 25 OTTOBRE 2016

(Contratto d’opera professionale con pubblica amministrazione – Ingegnere – Lettera del sindaco – Affidamento incarico – Forma scritta – Requisiti)

Il contratto d’opera professionale stipulato con la Pa, pure se questa agisca iure privatorum, deve essere redatto, a pena di nullità, in forma scritta. L’osservanza di questo requisito richiede la redazione di un atto recante la sottoscrizione del professionista e dell’organo dell’ente legittimato ad esprimerne la volontà all’esterno, nonché l’indicazione dell’oggetto della prestazione e l’entità del compenso, dovendo escludersi che, ai fini della validità del contratto, la sua sussistenza possa ricavarsi da altri atti ai quali sia eventualmente seguita la comunicazione per iscritto dell’accettazione da parte del medesimo professionista, poiché non è ammissibile la stipula mediante atti separati sottoscritti dall’organo che rappresenta l’ente e dal professionista, prevista esclusivamente per i contratti conclusi con imprese commerciali. I contratti privi di tale requisito sono nulli e non è suscettibile di alcuna forma di sanatoria.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, SENTENZA N. 21467 DEL 25 OTTOBRE 2016

(Casa data in comodato – Fattispecie)

Il comodato di immobile destinato ad abitazione familiare non può considerarsi stipulato senza determinazione di durata, e quindi revocabile dal concedente in ogni momento ex articolo 1810 c.c. non essendo tale specifica destinazione compatibile con la revocabilità ad nutum, bensì riscontrandosi nel comodato un termine implicito desumibile dalle necessità abitative della famiglia e quindi anche nell’ipotesi di sopravvenuta crisi coniugale, ove le esigenze stesse permangano per il nucleo più ridotto costituito da un coniuge e dai figli minori.