Lettera informativa n. 65/18 del 18.05.2018 – NG 9-18

 

NEWSLETTER GIURISPRUDENZIALE n. 9-2018

 GENNAIO 2018 (II)

 

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, ORDINANZA N. 1584 DEL 23 GENNAIO 2018

(Inesatto adempimento – Ritardo – Onere della prova)

Il passeggero che agisca per il risarcimento del danno derivante dal negato imbarco o dalla cancellazione (inadempimento) o dal ritardato arrivo dell’aeromobile rispetto all’orario previsto (inesatto adempimento), deve fornire la prova della fonte (negoziale) del suo diritto e il relativo termine di scadenza, ossia deve produrre il titolo o il biglietto di viaggio o altra prova equipollente, potendosi poi limitare alla mera allegazione dell’inadempimento del vettore. Spetta a quest’ultimo, convenuto in giudizio, dimostrare l’avvenuto adempimento, oppure che, in caso di ritardo, questo sia stato contenuto sotto le soglie di rilevanza fissate dall’articolo 6, comma 1, del regolamento Ce 261/04.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. II, ORDINANZA N. 1629 DEL 23 GENNAIO 2018

(Delibera – Addebito pro quota al singolo condomino – Spese legali – Controversia fra l’ente di gestione e il singolo proprietario esclusivo)

E’ nulla la deliberazione dell’assemblea condominiale che, all’esito di un giudizio che abbia visto contrapposti il condominio ed un singolo condomino, disponga anche a carico di quest’ultimo, pro quota, il pagamento delle spese sostenute dal condominio per il compenso del difensore nominato in tale processo, non trovando applicazione nella relativa ipotesi, nemmeno in via analogica, gli articolo 1132 e 1101 c.c. Nell’ipotesi di controversia tra condominio e uno o più condomini, infatti, la compagine condominiale viene a scindersi di fronte al particolare oggetto della lite, per dare vita a due gruppi di partecipanti al condominio in contrasto tra loro, nulla significando che nel giudizio il gruppo dei condomini, costituenti la maggioranza, sia stato rappresentato dall’amministratore.

CASSAZIONE PENALE, SEZIONI UNITE, SENTENZA N. 3391 DEL 24 GENNAIO 2018

(Declaratoria di estinzione del reato – Prescrizione – Coimputato concorrente non impugnante – Causa estintiva maturata dopo l’irrevocabilità della sentenza)

L’effetto estensivo ex articolo 587 c.p.p. della declaratoria di estinzione del reato per prescrizione non opera in favore del coimputato concorrente nello stesso reato non impugnante se detta causa estintiva è maturata dopo l’irrevocabilità della sentenza emessa nei confronti del medesimo.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. II, ORDINANZA N. 1750 DEL 24 GENNAIO 2018

(Preliminare di compravendita – Presenza sul suolo di un fabbricato abusivo)

​In tema di preliminare di vendita immobiliare, va dichiarata la risoluzione del contratto di cessione di un terreno se sull’area è presente un fabbricato abusivo che ne ostacola il trasferimento. Infatti, anche in assenza di una specifica menzione del fabbricato nell’atto, la cessione del terreno comporta che all’acquirente venga trasferito per accessione anche il fabbricato.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. II, SENTENZA N. 1752 DEL 24 GENNAIO 2018

(Simulazione – Trascrizione della domanda giudiziale di simulazione relativa del prezzo)

È legittima la trascrizione della domanda di simulazione relativa del prezzo di acquisto di un immobile. La richiesta della formalità, infatti, può costituire un abuso del diritto solo se effettuata per nuocere espressamente alla controparte.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, SENTENZA N. 1830 DEL 25 GENNAIO 2018

(Contratto con la pubblica amministrazione – Forma scritta – Mandato al difensore)

In tema di forma scritta ad substantiam dei contratti della pubblica amministrazione, il requisito è soddisfatto, nel contratto di patrocinio, con il rilascio al difensore della procura ai sensi dell’articolo 83 c.p.c., atteso che l’esercizio della rappresentanza giudiziale tramite la redazione e la sottoscrizione dell’atto difensivo perfeziona, mediante l’incontro di volontà fra le parti, l’accordo contrattuale in forma scritta, rendendo così possibile l’identificazione del contenuto negoziale e i controlli dell’autorità tutoria.

CASSAZIONE PENALE, SEZ. III, SENTENZA N. 3659 DEL 25 GENNAIO 2018

(Amministrazione di sostegno – Nomina di difensore di fiducia – Incapacità)

Se l’indagato (o l’imputato) è sottoposto all’istituto dell’amministrazione di sostegno, ove la nomina del difensore di fiducia venga effettuata dall’amministratore dell’imputato espressamente autorizzato in tal senso dal giudice tutelare, non sussiste alcuna violazione del diritto di difesa; ne consegue che, spettando al giudice tutelare confermare i poteri dell’amministratore, eventualmente attribuendogli espressamente la facoltà di nominare un difensore fiduciario all’amministrato nel processo penale, ove ritenuto necessario in relazione alla capacità del beneficiario in funzione delle esigenze di protezione di quest’ultimo, la nomina fiduciaria eseguita dall’amministratore garantisce al beneficiario la scelta del professionista maggiormente idoneo a curarne gli interessi nel processo. La circostanza che l’imputato sia sottoposto all’amministrazione di sostegno non determina «automaticamente» l’incapacità dello stesso a partecipare «scientemente» al processo (art. 70, c.p.p.) atteso che quest’ultima è diversamente disciplinata rispetto alla mancanza di imputabilità (art. 86, c.p.p.) costituendo stati soggettivi che, pur accomunati dall’infermità mentale, operano su piani del tutto diversi e autonomi. La conseguenza è che solo se è stata in concreto accertata l’incapacità dell’imputato-amministrato di partecipare coscientemente al processo, il giudice è tenuto a disporre, ai sensi dell’articolo 71 c.p.p., la sospensione del processo.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI – 3, ORDINANZA N. 1838 DEL 25 GENNAIO 2018

(Foro territoriale – designazione convenzionale – Esclusività)

La designazione convenzionale di un foro territoriale, anche se coincidente con uno di duelli previsti dalla legge, non attribuisce a tale foro carattere di esclusività in difetto di pattuizione espressa in tal senso, pattuizione che, pur non dovendo rivestire formule sacramentali, non può essere desunta in via di argomentazione logica da elementi presuntivi, dovendo per converso scaturire da una non equivoca e concorde manifestazione di volontà delle parti volta ad escludere la competenza degli altri fori previsti dalla legge. L’espressione «per qualsiasi controversia» è inidonea a identificare un foro esclusivo, perché è diretta soltanto ad individuare l’ambito oggettivo di applicabilità del foro convenzionale.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. I, SENTENZA N. 1895 DEL 24 GENNAIO 2018

(Opposizione all’esclusione dello stato passivo – Impugnazione)

L’opposizione all’esclusione dallo stato passivo del fallimento non può essere considerata un’impugnazione in senso proprio, la stessa risultando piuttosto un gravame che apre un procedimento a cognizione piena, tale non potendo essere considerato, per l’appunto, quello di cui alla verifica dei crediti compiuto dal giudice delegato. Ne deriva che nella fattispecie non sussistono i presupposti di applicazione del c.d. «raddoppio di contributo» ex art. 13 quater d.p.r. n. 115/2002.

CASSAZIONE PENALE, SEZIONI UNITE, SENTENZA N. 3775 DEL 26 GENNAIO 2018

(Detenzione inumana – Risarcimento al detenuto)

Il ministero della Giustizia, ricorrente avverso provvedimento del Tribunale di sorveglianza emesso ai sensi degli articoli 35 bis e 35 ter Op, non può essere condannato al pagamento delle spese processuali e al pagamento di una somma in favore della cassa delle ammende, nel caso di rigetto o d’inammissibilità del ricorso, in quanto il reclamo-impugnazione di cui all’articolo 35 bis, comma 4, Op può essere proposto dall’amministrazione penitenziaria senza il patrocinio e l’assistenza dell’Avvocatura dello Stato.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. I, SENTENZA N. 2036 DEL 26 GENNAIO 2018

(Ricognizione di debito – Rilievo transattivo della separazione consensuale)

Nel nostro ordinamento giuridico positivo vige il principio che la separazione consensuale dei coniugi debba contenere la disciplina di ogni rapporto tra gli stessi, anche in materia patrimoniale. La separazione consensuale prevede un contenuto necessario e uno eventuale; mancando nell’intesa raggiunta dai coniugi il contenuto necessario, il tribunale non deve procedere all’omologazione. In relazione al contenuto eventuale, e pertanto agli accordi di natura patrimoniale, le parti sono libere, in sede di separazione personale consensuale, di prevedere quanto ritengono più opportuno, di non prevedere alcunché, di accordarsi per la disciplina di alcuni rapporti e non di altri. L’intesa raggiunta tra gli ex coniugi ha valore per quanto le parti concordano, non per quanto le parti non concordano.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. I, SENTENZA N. 2038 DEL 26 GENNAIO 2018

(Socio amministratore – Diritto di ispezione – Sugli atti ai quali non ha partecipato)

Compete anche al socio-amministratore di srl il diritto di ricevere notizie sullo svolgimento degli affari sociali e di consultare i libri ed i documenti relativi alla gestione societaria compiuta dagli altri amministratori, cui egli non abbia in tutto o in parte partecipato.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. II, SENTENZA N. 2106 DEL 29 GENNAIO 2018

(Donazione al coniuge – Rinuncia del beneficiario a far valere il diritto a ottenere il mantenimento – Revocazione per sopravvenienza dei figli)

Ammessa la revocazione per sopravvenienza di figli della donazione fatta al coniuge se manca il carattere remunerativo dell’elargizione. La rinuncia della beneficiaria a far valere il diritto a ottenere l’assegno di separazione fa cadere, infatti, la spontaneità del trasferimento immobiliare.

CASSAZIONE PENALE, SEZ. III, SENTENZA N. 4140 DEL 29 GENNAIO 2018

(Abuso d’ufficio – Immobile abusivo – Sanatoria senza titolo)

Il rilascio di un titolo abilitativo edilizio per la realizzazione di un immobile, la cui edificazione non è consentita, o il mantenimento di un immobile abusivo mediante l’omessa adozione dei provvedimenti finalizzati alla sua eliminazione ovvero mediante sanatoria in assenza dei presupposti di legge, determina inequivocabilmente un vantaggio patrimoniale ingiusto nei confronti del privato il quale, in forza dei titolo indebitamente conseguito o dell’inerzia del pubblico ufficiale, costruisce o mantiene in essere un manufatto il quale, oltre ad incrementare il valore dell’area ove insiste, ha un valore intrinseco e può essere successivamente alienato, locato o destinato comunque ad utilizzazioni economicamente vantaggiose.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. LAVORO, SENTENZA N. 2293 DEL 30 GENNAIO 2018

(Dirigente – Mancata assegnazione degli obiettivi da raggiungere – Danno da perdita di chance)

Il dirigente ha diritto al risarcimento per perdita di chance se l’azienda non gli ha assegnato gli obiettivi da raggiungere. Il danno, di natura patrimoniale, non consiste nella perdita di un vantaggio economico ma nella mera possibilità di conseguirlo secondo una valutazione da compiere ex ante.

CASSAZIONE PENALE, SEZ. II, SENTENZA N. 4378 DEL 30 GENNAIO 2018

(Sequestro probatorio di un computer – Restituzione del bene – Estrazione di copia da parte degli investigatori – Interesse a impugnare in Cassazione)

La restituzione del computer non fa cadere l’interesse dell’imputato a impugnare il sequestro se gli investigatori hanno copiato i dati informatici. La riproduzione del contenuto, infatti, si risolve in un clone identico e indistinguibile dall’originale che legittima il ricorso in Cassazione.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, SENTENZA N. 2320 DEL 31 GENNAIO 2018

(Pratiche ingannevoli – Class action – Restituzione del prezzo d’acquisto)

Va confermata la condanna alla restituzione del prezzo d’acquisto del prodotto non funzionante dopo la class action avviata dal consumatore per pratiche ingannevoli laddove l’originario ricorrente è stato riconosciuto idoneo a tutelare gli interessi della classe di consumatori potenziali acquirenti di detto prodotto per aver azionato in giudizio un diritto omogeneo, dovendosi osservare che finalità dello strumento processuale dell’azione di classe introdotta dal legislatore nel 2009 è evidentemente tutelare i consumatori di fronte a condotte illegittime che esplicano i propri effetti, in maniera analoga, su una pluralità di individui.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, SENTENZA N. 2369 DEL 31 GENNAIO 2018

(Colpa professionale – Colpa medica – Intervento eseguito a regola d’arte)

Il consenso del paziente all’atto medico non può mai essere presunto o tacito, ma deve essere fornito espressamente, dopo avere ricevuto un’adeguata informazione, anch’essa esplicita. Per contro può essere presuntiva la prova che un consenso informato sia stato prestato effettivamente e in modo esplicito, e il relativo onere ricade sul medico. In presenza di un atto terapeutico necessario e correttamente eseguito in base alle regole dell’arte, dal quale siano tuttavia derivate conseguenze dannose per la salute, ove tale intervento non sia stato preceduto da un’adeguata informazione del paziente circa i possibili effetti pregiudizievoli non imprevedibili, il medico può essere chiamato a risarcire il danno alla salute “solo se il paziente dimostri, anche tramite presunzioni, che, ove compiutamente informato, egli avrebbe verosimilmente rifiutato l’intervento, non potendo altrimenti ricondursi all’inadempimento dell’obbligo di informazione alcuna rilevanza causale sul danno alla salute.

CASSAZIONE PENALE, SEZ. III, ORDINANZA N. 2357 DEL 31 GENNAIO 2018

(Onore e reputazione – Diritto di critica)

In tema di diritto di critica i presupposti, per il legittimo esercizio della scriminante di cui all’articolo 51 c.p., con riferimento all’articolo 21 della Costituzione, sono: a) l’interesse al racconto, ravvisabile anche quando non si tratti di interesse della generalità dei cittadini, ma di quello generale della categoria di soggetti ai quali, in particolare, si indirizza la comunicazione; b) la correttezza formale e sostanziale dell’esposizione dei fatti, nel che propriamente si sostanzia la c.d. continenza, nel senso che l’informazione non deve assumere contenuto lesivo dell’immagine e del decoro; c) la corrispondenza tra la narrazione ed i fatti realmente accaduti; d) l’esistenza concreta di un pubblico interesse alla divulgazione. Sulla scorta dei predetti principi e tenendo conto del diritto alla libera manifestazione del pensiero, il giudice del rinvio dovrà concretamente accertare se le comunicazioni dirette a valutare negativamente il comportamento di taluno siano strumentalmente collegate alla manifestazione di un dissenso ragionato dal comportamento preso di mira e si risolvano o meno in un’aggressione gratuita e distruttiva dell’onore e della reputazione del soggetto interessato, tenuto conto, nel bilanciamento dei valori, dell’interesse dei soggetti destinatari della comunicazione a conoscere i fatti denunciati.