Lettera informativa n.  97/17 del 29.06.2017 – NG 9-17

 

NEWSLETTER GIURISPRUDENZIALE n. 9 -2017

 

 APRILE 2017

 

CASSAZIONE CIVILE, SEZIONE III, sentenza n. 16552 del 3 aprile 2017

(Avvocato stabilito – Dichiarazione d’intesa – Sottoscrizione professionista abilitato ad esercitare la professione con il titolo di avvocato)

Il tenore letterale dell’articolo 8, secondo comma, del decreto legislativo 96/2001 reso palese dall’uso del disgiuntivo «ovvero», non lascia dubbi sul fatto che la dichiarazione di intesa fra l’avvocato stabilito e il professionista abilitato ad esercitare la professione con il titolo di avvocato possa essere sottoscritta anteriormente alla costituzione della parte rappresentata o, in alternativa, in occasione del primo atto di difesa dell’assistito.

CASSAZIONE PENALE, SEZIONE III, sentenza n. 16551 del 3 aprile 2017

(Persona offesa da reato – Opposizione ad archiviazione del Pm – Infondatezza della notizia di reato – Indagini suppletive)

È impugnabile mediante ricorso per cassazione il decreto di archiviazione carente di motivazione in ordine all’inammissibilità dell’opposizione proposta dalla persona offesa dal reato ai sensi dell’art. 410 c.p.p.- L’arbitraria ovvero illegittima declaratoria di inammissibilità sacrifica infatti il diritto al contraddittorio della parte offesa in termini equivalenti o maggiormente lesivi rispetto all’ipotesi di mancato avviso per l’udienza camerale, sicché il predetto vizio del provvedimento è riconducibile alle ipotesi di impugnabilità contemplate dall’art. 409, sesto comma, ed ai casi di ricorso indicati nell’art. 606, lett. c), del codice di procedura penale.

CASSAZIONE CIVILE, SEZIONE III, sentenza n. 8669 del 4 aprile 2017

(Immobile a uso non abitativo – Aumento del canone in corso di rapporto – Transazione)

Deve ritenersi nulla la transazione stipulata in corso del rapporto di locazione laddove essa non poteva avere altro scopo che consentire al locatore dell’immobile a uso non abitativo di lucrare un canone ben più alto di quello che gli sarebbe spettato secondo i criteri dell’articolo 32 della legge 392/78 e che il corrispettivo di tale operazione era costituito dal timore del conduttore che il locatore potesse procedere in via giudiziale (peraltro sulla base di una disdetta nulla), dovendosi ritenere che le parti non abbiano voluto un nuovo contratto, ma la prosecuzione di quello esistente con l’unica differenza costituita dall’aumento del canone, ponendo così in essere una transazione contraria a norma imperativa, perché finalizzata al raggiungimento di un risultato non consentito e avente ad oggetto un diritto non disponibile.

CASSAZIONE CIVILE, SEZIONE III, sentenza n. 8682 del 4 aprile 2017

(Sentenza costitutiva ex articolo 2932 Cc – Credito per il prezzo del venditore – Pignorabilità)

In base alla sentenza costitutiva che produce gli effetti del contratto di vendita, ai sensi dell’articolo 2932 c.c., sorge immediatamente il credito per il prezzo del venditore, che non può dirsi condizionato sospensivamente all’esercizio da parte del compratore della facoltà di acquistare i beni oggetto del contratto.- Poiché sono espropriabili i crediti condizionati e quelli meramente eventuali, purché riconducibili ad un rapporto giuridico identificato e già esistente, il creditore del venditore può procedere al pignoramento del credito per il prezzo a quest’ultimo spettante in base al contratto di vendita costituito per sentenza ai sensi dell’articolo 2932 c.c. e, in alternativa (anche nelle forme del pignoramento presso terzi, laddove si tratti di beni detenuti da un terzo o di crediti), dei diritti del venditore stesso sui beni oggetto della vendita, per l’ipotesi dell’eventuale risoluzione dello stesso, in caso di mancato pagamento del prezzo da parte del compratore.

CASSAZIONE CIVILE, SEZIONE II, sentenza n. 8922 del 6 aprile 2017

(Distanze legali – Muro di fabbrica e non di cinta)

Il muro di cinta, da non considerare per il computo delle distanze nelle costruzioni, ai sensi dell’art. 878 cod. civ., è solo quello con facce emergenti dal suolo che, essendo destinato alla demarcazione della linea di confine e alla separazione dei fondi, si presenti separato da ogni altra costruzione. Pertanto, non è da ritenere muro di cinta quello che risulti eretto in sopraelevazione di un fabbricato, a chiusura di un lato di una terrazza di copertura di questo, posto che un simile manufatto non si configura separato dall’edificio cui inerisce e resta nel medesimo incorporato. In presenza di tali circostanze, la qualificazione come muro di fabbrica non risulta impedita né dalla altezza del muro inferiore a quella prevista dall’art. 878 c.c., né dal fatto che il muro originariamente avesse entrambe le facce a vista, essendo essenziale ai fini della corretta qualificazione giuridica, il legame che lo avvince alla restante parte del fabbricato attoreo.

CASSAZIONE CIVILE, SEZIONE I, sentenza n. 8905 del 6 aprile 2017

(Azione revocatoria di atto costitutivo del fondo patrimoniale – Figli minori – Qualità di litisconsorti necessari)

La costituzione del fondo patrimoniale determina soltanto un vincolo di destinazione sui beni confluiti nel fondo, affinché, con i loro frutti, sia assicurato il soddisfacimento dei bisogni della famiglia, ma non incide sulla titolarità dei beni stessi, né implica l’insorgere di una posizione di diritto soggettivo in favore dei singoli componenti del nucleo familiare, neppure con riguardo ai vincoli di disponibilità.- Ne consegue che deve escludersi che i figli minori del debitore siano litisconsorti necessari nel giudizio promosso dal creditore per sentire dichiarare l’inefficacia dell’atto con il quale il primo abbia costituito alcuni beni di sua proprietà in fondo patrimoniale.

CASSAZIONE PENALE, SEZIONE VI, sentenza n. 17936 del 10 aprile 2017

(Abuso d’ufficio – Falso ideologico – Comune – Organismo di valutazione – Professionisti nominati)

Deve ritenersi legittima la sentenza di non luogo a procedere per i reati abuso d’ufficio in concorso, falsità ideologica del privato in atto pubblico, concorso in falsità ideologica del pubblico ufficiale in atto pubblico laddove nell’organismo di valutazione del Comune sono stati nominati professionisti che si erano candidati alle elezioni in liste collegate al sindaco dovendosi ritenere che l’incompatibilità sia prefigurata soltanto per chi è stato titolare di cariche in partiti politici nei tre anni precedenti.

 CASSAZIONE CIVILE, SEZIONE LAVORO, sentenza n. 9296 dell’11 aprile 2017

(Periodo di prova – Recesso del datore per mancato superamento – Discrezionalità)

Nell’ambito dei rapporti di lavoro “privatizzati” alle dipendenze di pubblica amministrazione, il recesso del datore di lavoro nel corso del periodo di prova ha natura discrezionale e dispensa dall’onere di provarne la giustificazione, diversamente da quel che accade nel recesso assoggettato alla legge 604/66, non risultando esteso l’obbligo di motivazione dei provvedimenti amministrativi, trattandosi di atto gestionale del rapporto di lavoro adottato con le capacità e i poteri del privato datore di lavoro.

CASSAZIONE CIVILE, SEZIONE VI– T, ordinanza n. 9610 del 13 aprile 2017

(Abuso del diritto – Costituzione di una società per acquistare immobili a uso personale)

È elusione fiscale la costituzione di una società al solo scopo di costruire e poi acquistare degli immobili a uso personale, risparmiando così sulle imposte. Senza la prova di altre valide ragioni economiche il fisco può emettere l’accertamento contestando l’abuso di diritto.

 CASSAZIONE PENALE, SEZIONE IV, sentenza n. 18781 del 18 aprile 2017

(Omicidio colposo – Decesso del paziente – Sanitari – Giudizio controfattuale – Percorso salvifico da adottare)

Deve essere cassata con rinvio la sentenza di merito che dopo il decesso del paziente condanna i sanitari che l’hanno assistito in ospedale sul rilievo che «un semplice esame ecodoppler sarebbe valso a salvare la vita» della vittima, ma omette il doveroso giudizio controfattuale, non individuando il percorso salvifico che i sanitari avrebbero dovuto mettere in atto nella fattispecie.

CASSAZIONE CIVILE, SEZIONI UNITE, sentenza n. 9861 del 19 aprile 2017

(Codice deontologico – Pubblicazione nominativo cliente prestigioso su sito online)

Va sanzionato l’avvocato che inserisce sul sito online dello studio i nomi dei clienti, pur con il loro consenso. La stretta connessione tra l’attività libero-professionale dell’avvocato e l’esercizio della giurisdizione impone maggiore cautela in materia. Non si può ignorare che la pubblicità sui nominativi dei clienti degli avvocati potrebbe finire di fatto per riguardare non solo i nominativi dei clienti del medesimo ma anche l’attività processuale svolta in loro difesa, quindi, indirettamente, uno o più processi, che potrebbero essere ancora in corso e, tra l’altro, in alcuni casi persino subire indirette interferenze da tale forma di pubblicità.- E’ il caso, ad esempio dei processi per partecipazione ad associazioni di stampo mafioso, in cui il cliente potrebbe autorizzare la diffusione del proprio nominativo non tanto per fare pubblicità al proprio legale quanto per lanciare messaggi ad eventuali complici circa la linea difensiva da seguire o il difensore da scegliere.

CASSAZIONE CIVILE, SEZIONE I, sentenza n. 9983 del 20 aprile 2017

(Concessione abusiva del credito – Azione di responsabilità – Concorso della banca – Legittimazione del curatore)

Deve ritenersi legittimato il curatore fallimentare a proporre l’azione di responsabilità per il risarcimento dei danni contro l’amministratore della società poi fallita e la banca per l’abusiva erogazione del credito, dovendosi osservare che se il ricorso abusivo al credito va oltre i confini dell’accorta gestione imprenditoriale quanto all’amministratore della società finanziata, la stessa erogazione del credito, ove sia stata accertata la perdita del capitale di quella società, integra un concorrente illecito della banca, la quale deve seguire i principi di sana e prudente gestione valutando il merito di credito in base a informazioni adeguate.

CASSAZIONE CIVILE, SEZIONE III, sentenza n. 9948 del 20 aprile 2017

(Sinistri stradali – Danni – Risarcimento – Rifusione spese da parte dell’assicuratore)

Nell’assicurazione della responsabilità civile il diritto dell’assicurato alla rifusione, da parte dell’assicuratore, delle spese sostenute per resistere all’azione promossa dal terzo danneggiato, ai sensi dell’articolo 1917, terzo comma, c.c., va escluso, in ossequio ai doveri di correttezza e buona fede, quando l’assicurato abbia scelto di difendersi senza avere interesse a resistere alla avversa domanda o senza poter ricavare utilità dalla costituzione in giudizio.

CASSAZIONE CIVILE, SEZIONE LAVORO, sentenza n. 10319 del 26 aprile 2017

(Infortunio sul lavoro – Risarcimento danno – Onere probatorio)

Il lavoratore che agisca nei confronti del datore di lavoro per il risarcimento integrale del danno patito a seguito di infortunio sul lavoro ha l’onere di provare il fatto costituente l’inadempimento e il nesso di causalità materiale tra l’inadempimento e il danno, non anche la colpa del datore, nei cui confronti opera la presunzione posta dall’art. 1218 c.c., il cui superamento comporta la prova dell’adozione di tutte le cautele necessarie ad evitare il danno, in relazione alle specificità del caso, ossia al tipo di operazione effettuata ed ai suoi rischi intrinseci, potendo al riguardo non risultare sufficiente la mera osservanza delle misure di protezione individuale imposte dalla legge.

CASSAZIONE CIVILE, SEZIONI UNITE, sentenza n. 10413 del 27 aprile 2017

(Amministrazione – Violazione del principio di correttezza e buona fede – Responsabilità precontrattuale)

Quando la pubblica amministrazione, agendo iure privatorum, intrattiene con una parte già individuata delle trattative finalizzate alla stipulazione di un contratto di diritto privato, incorre in responsabilità precontrattuale in tutti i casi in cui il suo comportamento contrasti con i principi della correttezza e della buona fede, alla cui puntuale osservanza è tenuto ogni contraente nella fase precontrattuale, a prescindere dalle ragioni che abbiano indotto l’ente ad interrompere le trattative o a rifiutare la conclusione del contratto.- Ne consegue la possibilità da parte del giudice ordinario di sindacare l’idoneità del comportamento della pubblica amministrazione ad ingenerare nei terzi, anche per mera colpa, un ragionevole affidamento in ordine alla conclusione del contratto.

CASSAZIONE CIVILE, SEZIONE III, sentenza n. 10506 del 28 aprile 2017

(Clausola claim’s made in ambito sanitario – Illegittimità)

La clausola cosiddetta ”claim”s made”, inserita in un contratto di assicurazione della responsabilità civile stipulato da un’azienda ospedaliera, per effetto della quale la copertura esclusiva è prestata solo se tanto il danno causato dall’assicurato, quanto la richiesta di risarcimento formulata dal terzo, avvengano nel periodo di durata dell”assicurazione è un patto atipico immeritevole di tutela ai sensi dell’art. 1322, comma secondo, del codice civile, in quanto realizza un ingiusto e sproporzionato vantaggio dell’assicuratore e pone l’assicurato in una condizione di indeterminata e non controllabile soggezione.

CASSAZIONE CIVILE, SEZIONE III, sentenza n. 10498 del 28 aprile 2017

(Registrazione tardiva – Nullità – Sanatoria ex tunc)

Deve ritenersi che la tardiva registrazione del contratto di locazione sani la nullità ex tunc, mantenendo stabili gli effetti del contratto voluti dalle parti.- Il computo della durata della locazione dalla data della registrazione si collocherebbe fuori dalla stessa logica della sanatoria del contratto, postulando in definitiva un contratto nuovo e diverso da quello voluto dalle parti.