Lettera informativa n. 21/19 del 08.02.2019 – NG 4-19

 

 

NEWSLETTER GIURISPRUDENZIALE n.  4-2019

NOVEMBRE 2018 (II)

 

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. I, SENTENZA N. 29614 DEL 16 NOVEMBRE 2018

(Attività stragiudiziale – Conferimento dell’incarico – Prova testimoniale)

Il conferimento dell’incarico all’avvocato per svolgere attività stragiudiziale può essere provato per testimoni. La necessità della forma scritta, infatti, riguarda i patti che stabiliscono la misura del compenso ma non l’esistenza del mandato professionale. Ne consegue che il giudice, in sede di accertamento del relativo credito nel passivo fallimentare, può ammettere l’interessato a provare anche con testimoni sia il contatto che il suo contenuto.

 CASSAZIONE CIVILE, SEZ. II, ORDINANZA N. 29651 DEL 16 NOVEMBRE 2018

(Avvocati – Difesa di più persone con identiche posizioni processuali – Onorari – Divisione per il numero di assistiti – Sussistenza – Applicabilità ai rapporti di soccombenza e a quelli di clientela)

La divisione dell’onorario dell’avvocato per il numero di assistiti vale anche nei rapporti tra professionista e cliente. Infatti la normativa sulla difesa di più persone con la stessa posizione processuale non si applica ai soli rapporti di soccombenza giudiziale.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI – 2, ORDINANZA N. 29714 DEL 19 NOVEMBRE 2018

(Compendio immobiliare – Difficoltà di frazionamento – Corresponsione di elevati conguagli in denaro – Divisione in natura)

Va esclusa la divisione in natura di un compendio immobiliare se determina la corresponsione di elevati conguagli in denaro. La riduzione del numero di proprietari in corso di causa, peraltro, non cancella le difficoltà di frazionamento del bene quando i possibili lotti presentano significative differenze di valore di mercato.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. LAVORO, ORDINANZA N. 29784 DEL 19 NOVEMBRE 2018

(Danno non patrimoniale – Lesione parentale – Stretti congiunti – Requisito della convivenza)

La morte di un prossimo congiunto in un incidente sul lavoro costituisce di per sé un fatto noto dal quale il giudice può desumere che i parenti abbiano patito una sofferenza interiore tale da determinare un’alterazione della loro vita di relazione e da indurli a scelte di vita diverse da quelle che avrebbero altrimenti compiuto. Ne consegue che nel giudizio di risarcimento del relativo danno non patrimoniale incombe al danneggiante dimostrare l’inesistenza di tali pregiudizi, provando l’esistenza di circostanze serie, concrete e non meramente ipotetiche, dimostrative dell’assenza di un legame affettivo tra la vittima ed il superstite, mentre la mancanza di convivenza fra loro non può rilevare al fine di escludere o limitare il pregiudizio, bensì al solo fine di ridurre il risarcimento rispetto a quello spettante secondo gli ordinari criteri di liquidazione.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. II, SENTENZA N. 29902 DEL 20 NOVEMBRE 2018

(Preliminare di vendita – Clausola di accettazione dell’immobile nello stato di fatto e di diritto)

L’accettazione dell’immobile nello stato di fatto e di diritto contenuta in un preliminare di vendita non copre le carenze dell’impianto di riscaldamento. Ne consegue che è legittimo il rifiuto di stipulare il definitivo se non viene ridotto il prezzo in misura corrispondente al costo dei lavori di adeguamento. La clausola, infatti, è vaga e generica e ha valore puramente di stile tanto più quando nel contratto non esiste alcun riferimento alle condizioni dell’impianto di riscaldamento dell’alloggio.

 CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, ORDINANZA N. 29838 DEL 20 NOVEMBRE 2018

(Perdita di chance di guarigione – Nesso eziologico)

In caso perdita di chance conseguente la malpractice sanitaria, l’attività del giudice deve tenere distinta la dimensione della causalità da quella dell’evento di danno, valutando adeguatamente il grado di incertezza dell’una e dell’altra. La riconducibilità dell’evento di danno al concetto di chance postula un’incertezza del risultato sperato ed è rispetto all’insorgenza di questa situazione di incertezza – non già al mancato risultato stesso, che darebbe luogo ad una diversa specie di danno – che deve essere accertato il nesso causale, secondo il criterio civilistico del «più probabile che non».

 CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, ORDINANZA N. 29834 DEL 20 NOVEMBRE 2018

(Sinistro stradale – Assicurazione morosa – Cessione del credito – In favore del legale incaricato del recupero)

Deve essere dichiarata nulla la cessione del credito vantato dopo il sinistro stradale dall’assicurato nei confronti dell’assicurazione morosa, dovendosi ritenere che il credito abbia natura litigiosa benché non sia stata ancora incardinata una controversia davanti all’autorità giudiziaria. La ratio legis dell’articolo 1261 c.c. è diretta ad impedire la speculazione sulle liti da parte dei soggetti in essa contemplati e l’estensione del divieto di cessione è coerente con il cumulo, nella stessa persona, della qualità di cessionario del credito e di legale incaricato del recupero del medesimo in sede giudiziaria.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, SENTENZA N. 29829 DEL 20 NOVEMBRE 2018

(Risarcimento danni da sinistro stradale – Perdita dei guadagni ritratti dalla società – Domanda del socio nei confronti del danneggiante)

Il socio di società in accomandita semplice, diversamente dal socio di società di capitali, vanta una ragione di credito avente ad oggetto la chance di conseguimento degli utili futuri e la lesione di tali posizioni giuridiche soggettive attive o di vantaggio cagionata dal fatto illecito del terzo determina in capo al titolare un danno patrimoniale attuale, quello derivante dalla lesione della chance essendo intrinsecamente caratterizzato dalla necessaria proiezione futura: ne consegue che deve essere cassata con rinvio la sentenza che ha negato il risarcimento all’accomandante per la perdita dei guadagni ritratti dalla società messa in liquidazione dopo le lesioni irreversibili riportate dall’accomandatario in seguito all’incidente stradale.

 CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI, ORDINANZA N. 30009 DEL 21 NOVEMBRE 2018

(Procura alle liti – Estensione della procura rilasciata all’avvocato “per ogni stato e grado”)

L’avvocato munito di procura “per ogni stato e grado” sottoscritta dal genitore per il figlio minore può validamente proporre l’appello per il figlio diventato nel frattempo maggiorenne.

 CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, SENTENZA N. 30192 DEL 22 NOVEMBRE 2018

(Ricorso nativo digitale – Notificato a controparte a mezzo posta elettronica certificata – Mancata asseverazione di conformità all’originale con attestazione autografa del ricorrente – Disconoscimento di conformità del controricorrente)

Nel caso in cui il destinatario della notificazione a mezzo Pec del ricorso nativo digitale depositi il controricorso e disconosca la conformità all’originale della copia analogica informe del ricorso depositata, sarà onere del ricorrente, nei termini anzidetti (sino all’udienza pubblica o all’adunanza di camera di consiglio), depositare l’asseverazione di legge circa la conformità della copia analogica tempestivamente depositata, all’originale notificato. In difetto, il ricorso sarà dichiarato improcedibile.

 CASSAZIONE PENALE, SEZ. II, SENTENZA N. 52617 DEL 22 NOVEMBRE 2018

(Atto di appello – Non inammissibile per carenza di specificità – Mero rinvio a decisione primo grado)

In presenza di un atto di appello che non sia inammissibile per carenza di specificità, la Corte di Appello non può limitarsi a un mero e tralaticio rinvio alla motivazione della sentenza di primo grado dichiarando di condividerla, in quanto anche laddove l’atto di appello riproponga questioni già di fatto dedotte e decise in primo grado, ha l’obbligo di motivare, onde non incorrere nel vizio di motivazione apparente, in modo puntuale e analitico, su ogni punto ad essa devoluto.

 CASSAZIONE CIVILE, SEZ. LAVORO, SENTENZA N. 30433 DEL 23 NOVEMBRE 2018

(Licenziamento – Impugnazione – Rito Fornero – Domanda di accertamento della legittimità del recesso formulata dal datore di lavoro)

Tutte le controversie aventi ad oggetto i licenziamenti che ricadono nell’ambito di tutela dell’articolo 18 della legge nr. 300 del 1970, anche se su impulso di parte datoriale, sono assoggettate alla disciplina dell’articolo 1, commi 48 e seguenti, della legge nr. 92 del 2012, ratione temporis applicabile. In caso di azione del datore di lavoro di accertamento della legittimità del recesso intimato, il lavoratore, nella fase sommaria, può proporre, con la memoria di costituzione, domanda di tutela ai sensi dell’articolo 18 della legge nr. 300 del 1970; in tale evenienza, spetta al giudice di merito garantire l’effettività del contraddittorio.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. UNITE, SENTENZA N. 30416 DEL 23 NOVEMBRE 2018

(Ordinaria o fallimentare – Ammissibilità – Nei confronti del fallimento)

La sentenza che accoglie la domanda revocatoria, sia essa ordinaria che fallimentare, in forza di un diritto potestativo comune, al di là delle differenze esistenti tra le medesime, ma in considerazione dell’elemento soggettivo di comune accertamento da parte del giudice, quantomeno nella forma della scientia decoctionis, ha natura costitutiva, in quanto modifica ex post una situazione giuridica preesistente, sia privando di effetti atti che avevano già conseguito piena efficacia, sia determinando, conseguentemente, la restituzione dei beni o delle somme oggetto di revoca alla funzione di generale garanzia patrimoniale ed alla soddisfazione dei creditori di una delle parti dell’atto. Non è ammissibile un’azione revocatoria, non solo fallimentare ma neppure ordinaria, nei confronti di un fallimento, stante il principio di cristallizzazione del passivo alla data di apertura del concorso ed il carattere costitutivo delle predette azioni. Il patrimonio del fallito è, infatti, insensibile alle pretese di soggetti che vantino titoli formatisi in epoca posteriore alla dichiarazione di fallimento e, dunque, poiché l’effetto giuridico favorevole all’attore in revocatoria si produce solo a seguito della sentenza di accoglimento, tale effetto non può essere invocato contro la massa dei creditori ove l’azione sia stata esperita dopo l’apertura della procedura stessa.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. I, SENTENZA N. 30542 DEL 26 NOVEMBRE 2018

(Società – Revoca assembleare dell’amministratore – Contestuale nomina del nuovo)

Nel caso di revoca assembleare dell’amministratore di una società a responsabilità limitata, con contestuale nomina del nuovo amministratore, spetta a quest’ultimo, e non già al primo, proporre istanza di fallimento in proprio ex articolo 6 legge fallimentare, nonostante la nomina e la revoca relative non siano ancora state iscritte nel registro delle imprese.

 CASSAZIONE PENALE, SEZ. V, SENTENZA N. 53206 DEL 27 NOVEMBRE 2018

(Bancarotta – Fraudolenta patrimoniale – Documentale – Rimanenze – Ultimo bilancio societario)

La responsabilità dell’imprenditore per la conservazione della garanzia patrimoniale verso i creditori e l’obbligo di verità, penalmente sanzionato, gravante ex art. 87 I. fall. sul fallito interpellato dal curatore circa la destinazione dei beni dell’impresa, giustificano l’apparente inversione dell’onere della prova a carico dell’amministratore della società fallita, in caso di mancato rinvenimento di beni aziendali o del loro ricavato, non essendo a tal fine sufficiente la generica asserzione per cui gli stessi sarebbero stati assorbiti dai costi gestionali, ove non documentati né precisati nel loro dettagliato ammontare.

CASSAZIONE PENALE, SEZ. V, SENTENZA N. 53405 DEL 28 NOVEMBRE 2018

(Bancarotta – Per distrazione – Occultamento contabilità – Bilancio – Prova)

La condotta di occultamento, distrazione o sottrazione di beni del patrimonio sociale, in assenza di prova dell’esistenza dei beni nel patrimonio e/o della loro accertata mancanza nel compendio patrimoniale, non può essere desunta esclusivamente dai dati contabili, né in senso positivo, in base alla presunzione di attendibilità dei libri e delle scritture contabili dell’impresa prevista dall’articolo 2710 c.c. dovendo, invece, le risultanze di questi documenti essere valutate nella loro intrinseca attendibilità, né in senso negativo.

 CASSAZIONE CIVILE, SEZ. I, SENTENZA N. 30826 DEL 28 NOVEMBRE 2018

(Filiazione – Conflittualità tra i genitori – Affidamento dei figli – Affido esclusivo a uno dei due – Contestuale temporanea sospensione del diritto di visita)

In materia di filiazione, la conflittualità dei genitori fa sospendere il diritto di visita se non consente “relazioni responsabili”. Ne consegue che va confermato l’affido esclusivo alla mamma e il supporto psicologico alla minore di quattordici anni che rifiuta qualsiasi incontro con il padre.

 CASSAZIONE CIVILE, SEZ. UNITE, SENTENZA N. 30868 DEL 29 NOVEMBRE 2018

(Avvocati – Procedimento disciplinare – Pignoramenti fondati su titoli già azionati e adempiuti – Radiazione da albo)

È radiato dall’albo l’avvocato che con consapevolezza e in modo reiterato esegue pignoramenti nei confronti dell’esponente, tutti fondati su titoli già azionati e adempiuti. Il legale ha il dovere di controllare anche perché dispone di tutta la documentazione necessaria per le verifiche del caso.

 CASSAZIONE CIVILE, SEZ. LAVORO, SENTENZA N. 31086 DEL 30 NOVEMBRE 2018

(Istruzione – Docente – Diritto di rimostranza – Doveri)

La norma prevista dall’articolo 17 del Dpr. n. 3/57 e dalla contrattazione collettiva di vari comparti che attribuisce al dipendente pubblico la facoltà di non eseguire un ordine, previa rimostranza a chi lo ha impartito, se ritiene che l’ordine sia palesemente illegittimo, deve essere interpretata nel senso che la palese illegittimità dell’ordine corrisponde a una vera e propria (oggettiva) illegittimità dello stesso che, anche se non riguardi il compimento di un atto vietato dalla legge penale o costituente illecito amministrativo, comunque deve derivare da un vizio di legittimità, cioè da uno dei vizi tipici degli atti amministrativi o da altri vizi, che nella specie rilevano come violazioni dei generali principi di buona fede e correttezza di cui agli articoli 1175 e 1375 c.c. i quali, alla stregua dei principi di imparzialità e di buon andamento di cui all’articolo 97 Cost., devono essere rispettati dalla Pa nell’emanazione degli atti che rivestono la natura di determinazioni negoziali assunte con la capacità e i poteri del privato datore di lavoro. In questa cornice, il riferimento alla soggettiva percezione da parte del destinatario dell’ordine non elide la necessità di un’illegittimità palese, ma è finalizzato a fare sì che tutti i dipendenti pubblici, di ogni ordine e grado, collaborino alla legalità dell’agire della Pa in cui prestano servizio, in attuazione di quanto previsto dall’articolo 54, secondo comma, Cost., in base al quale i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore. Nella stessa ottica, va inteso il codice di comportamento dei dipendenti pubblici, utilizzabile in chiave di interpretazione evolutiva, secondo cui la tracciabilità dei processi decisionali adottati dai dipendenti deve essere, in tutti i casi, garantita attraverso un adeguato supporto documentale, che consenta in ogni momento la replicabilità. Nelle operazioni da svolgersi e nella trattazione delle pratiche il dipendente rispetta, salvo diverse esigenze di servizio o diverso ordine di priorità stabilito dall’amministrazione, l’ordine cronologico e non rifiuta prestazioni a cui sia tenuto con motivazioni generiche (articolo 12, comma 1). Come si desume dalla norma, prevista dall’articolo 17 del Dpr. n. 3/57, che attribuisce al dipendente pubblico la facoltà di non eseguire un ordine, previa rimostranza a chi lo ha impartito, non sussiste un obbligo incondizionato del pubblico dipendente di eseguire le disposizioni, incluse quelle derivanti da atti di organizzazione, impartite dai superiori o dagli organi sovraordinati, visto che il dovere di obbedienza incontra un limite nell’obiezione circa l’illegittimità dell’ordine ricevuto. Peraltro, deve trattarsi di un’obiezione ragionevole che si basi su una reale e oggettiva illegittimità dell’ordine e che può essere esternata e percepita anche soltanto dal destinatario dell’ordine medesimo, ma nel suo ruolo di “sentinella” e di collaboratore ad assicurare la legalità dell’Amministrazione, che gli deriva dall’articolo 54, secondo comma, Cost. e non per finalità, ragioni e percezioni meramente personali.

 CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, SENTENZA N. 30990 DEL 30 NOVEMBRE 2018

(Esecuzione civile – Pignoramento – Trascrizione – Confisca del bene disposta in sede penale – Prevalenza della confisca sul pignoramento)

L’eventuale conflitto tra i diritti dei creditori del condannato (anche se essi siano assistiti da garanzia reale sul bene e/o abbiano già proceduto al pignoramento) e quelli dello Stato, beneficiario del provvedimento stesso, non si risolve, sul piano civilistico, in base all’anteriorità della iscrizione o trascrizione nei registri immobiliari dei relativi acquisti, essendo sufficiente, per la prevalenza degli effetti civili della confisca, che questa intervenga, a prescindere dalla sua trascrizione, nel momento in cui il bene confiscato risulti ancora di proprietà del condannato o quanto meno esso non sia stato già oggetto di un provvedimento di aggiudicazione in favore di un terzo.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, ORDINANZA N. 30979 DEL 30 NOVEMBRE 2018

(Sport estremo – Allievo – Lesioni gravissime a seguito di caduta da deltaplano – Responsabilità della scuola di volo e dell’istruttore)

È responsabile di lesioni gravissime l’istruttore di sport estremo se ammette l’allievo a un corso per lui troppo pericoloso e per il quale non ha sufficiente preparazione.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, ORDINANZA N. 30998 DEL 30 NOVEMBRE 2018

(Medico – Linee guida – Inosservanza – Responsabilità automatica)

Deve ritenersi che non sia decisivo ai fini della colpa professionale il fatto che il medico non si sia attenuto alle linee guida sanitarie laddove esse costituiscono soltanto un parametro di valutazione della condotta del medico: di norma una condotta conforme alle linee guida sarà diligente, mentre una condotta difforme dalle linee guida sarà negligente o imprudente. Ma ciò non impedisce che una condotta difforme dalle linee guida possa essere ritenuta diligente, se nel caso di specie esistono particolarità tali che imponevano di non osservarle.

CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, SENTENZA N. 31009 DEL 30 NOVEMBRE 2018

(Sinistro stradale – Sorpasso a un veicolo a due ruote – Distanza laterale di sicurezza)

Il conducente di un qualsiasi veicolo, nel sorpassare velocipedi e motocicli, aventi di per sé un equilibrio particolarmente instabile, deve lasciare una distanza laterale di sicurezza che tenga conto delle oscillazioni e deviazioni che le accidentalità della strada o altre cause possano rendere più o meno ampie nel veicolo sorpassato. Ne consegue che deve essere cassata con rinvio la sentenza d’appello che ripartisce a metà la responsabilità del sinistro laddove in nessun passaggio argomentativo si ritrova la disamina del comportamento tenuto dal conducente nell’effettuare il sorpasso, in relazione alle prescrizioni contenute nell’articolo 148 Cds, mentre l’articolo 2054 comma 2 c.c. è norma sussidiaria e la presunzione di colpa paritaria può essere applicata soltanto allorquando quella prova continui a mancare dopo che sia stato compiuto ogni sforzo per individuarla e valutarla.