Lettera informativa n. 61/13 del  06.04.2013 NG 7-2013

 

NEWSLETTER GIURISPRUDENZIALE

 

 

1) CASSAZIONE CIVILE, SS. UU., SENTENZA N. 6070 DEL 12 MARZO 2013

(Estinzione società – Cancellazione dal Registro Imprese – Rapporti giuridici pendenti)

Qualora all’estinzione della società, conseguente alla sua cancellazione dal registro delle imprese, non corrisponda il venir meno di ogni rapporto giuridico facente capo alla società estinta, si determina un fenomeno di tipo successorio in virtù del quale: a) le obbligazioni si trasferiscono ai soci, i quali ne rispondono illimitatamente ovvero nei limiti di quanto riscosso a seguito della liquidazione, a seconda che, pendente societate, essi fossero o meno illimitatamente responsabili per i debiti sociali; b) si trasferiscono del pari ai soci, in regime di contitolarità o di comunione indivisa, i diritti ed i beni non compresi nel bilancio di liquidazione della società estinta, ma non anche le mere pretese, ancorché azionate o azionabili in giudizio, né i diritti di credito ancora incerti o illiquidi la cui inclusione in detto bilancio avrebbe richiesto un’attività ulteriore del liquidatore (giudiziale o extragiudiziale) che ove mancante consente di ritenere che la società vi abbia rinunciato.

La cancellazione volontaria dal registro delle imprese di una società, a partire dal momento in cui si verifica l’estinzione della società medesima, impedisce che essa possa agire o essere convenuta in giudizio. Se l’estinzione della società cancellata dal registro intervenga in pendenza di un giudizio del quale la società è parte, si determina un evento interruttivo del processo, disciplinato dall’art. 299 e ss c.p.c. con possibile successiva eventuale prosecuzione o riassunzione del medesimo giudizio da parte o nei confronti dei soci. Ove invece l’evento estintivo non sia stato fatto constare nei modi previsti dagli articoli appena citati o si sia verificato quando il farlo constare in quei modi non sarebbe più stato possibile, l’impugnazione della sentenza pronunciata nei riguardi della società deve provenire o essere indirizzata, a pena d’inammissibilità, dai soci o nei confronti dei soci succeduti alla società estinta.

 

2) GIP PESCARA, ORDINANZA DEL 21.02.2013

(Guida in stato di ebbrezza – Aggravante della causazione di incidente stradale)

La sostituzione della pena detentiva e pecuniaria con quella del lavoro di pubblica utilità è esclusa, ai sensi dell’art. 186, comma 9-bis, c.d.s., ove il conducente in stato di ebbrezza abbia provocato un incidente stradale. L’esclusione opera su base oggettiva ed a tal fine resta irrilevante l’eventuale prevalenza delle attenuanti generiche sull’aggravante contestata.

(contra: Gip Firenze, sentenza n. 582 del 07.04.2012)

 

(Applicazione pena ex art. 444 c.p.p. – Accordo per lo svolgimento di lavori di pubblica utilità sostitutivi della pena detentiva e pecuniaria – Rigetto della richiesta)

Qualora l’indagato e il Pubblico Ministero abbiano concordato l’applicazione della pena allo svolgimento di lavori di pubblica utilità in sostituzione di quella detentiva e pecuniaria, il Giudice – in caso di reiezione della richiesta – non può procedere all’applicazione della pena sostituita in difetto di espressa richiesta delle parti.

 

3) CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, SENTENZA N. 6096 DEL 12 MARZO 2013

(Decreto ingiuntivo – Credito professionale – Foro competente)

Il compenso per prestazioni professionali, che non sia convenzionalmente stabilito, è un debito pecuniario illiquido, da determinare secondo la tariffa professionale. Ne consegue che il foro facoltativo del luogo ove deve eseguirsi l’obbligazione (art. 20 c.p.c.) va individuato, ai sensi dell’ultimo comma dell’art. 1182 c.c., nel domicilio del debitore in quel medesimo tempo, dovendo per altro osservarsi che la richiesta del creditore ed il parere del Consiglio dell’Ordine non equivalgono a liquidazione del credito e che pertanto, trattandosi di credito illiquido, la competenza si radica nel luogo in cui l’obbligazione deve essere eseguita, ossia nel domicilio del debitore (art. 1182 c.c. ultimo comma) e non in quello del creditore (art. 1182 c.c., terzo comma)

 

4) CASSAZIONE CIVILE, SEZ. II, SENTENZA N. 6373 DEL 13 MARZO 2013

(Mandato – Amministratore avvocato – Compensi per incarichi straordinari)

La liquidazione del compenso in favore dell’amministratore di condominio che sia avvocato va fatto secondo la tariffa per l’attività stragiudiziale. Gli incarichi professionali straordinari deliberati dall’assemblea vanno pagati come extra e rientrano nell’attività dell’avvocato.

 

5) CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, SENTENZA N. 6752 DEL 18 MARZO 2013

(Udienza – Decreto di fissazione – Notifica – PEC)

Il processo dinanzi alla Corte di Cassazione deve essere rinviato a nuovo ruolo per consentire la rituale notifica del decreto di fissazione dell’udienza, laddove il decreto di fissazione dell’udienza e la relazione del consigliere relatore non risultano ritualmente notificati, ai sensi dell’art. 380 bis cpc, all’avvocato del ricorrente ma presso la cancelleria della Corte ai sensi dell’art.366 comma II cpc, mentre nella specie la parte ricorrente aveva indicato l’indirizzo PEC come previsto, a seguito della modifica introdotta dall’art. 25 L. n. 183 del 2011.

 

6) CASSAZIONE PENALE, SEZ. II, SENTENZA N. 12792 DEL 19 MARZO 2013

(Estorsione – Tentata – Aggravata)

Integra il reato di tentata estorsione aggravata la condotta dell’avvocato che, con raggiri e minacce, induce gli assistiti a firmare una transazione con il datore di lavoro dei congiunti deceduti per cause di servizio, la quale prevede un risarcimento esiguo rispetto alla gravità del fatto, tenendone per sè una parte non trascurabile che viene presentata ai clienti quale compenso dovuto, tanto da essere già determinata in assegni trasferibili.

 

7) CASSAZIONE CIVILE, SEZ. LAVORO, SENTENZA N. 6773 DEL 19 MARZO 2013

(Licenziamento per giusta causa – Nullità del primo recesso – Rinnovazione)

In tema di licenziamento disciplinare, il recesso nullo per vizio di forma può essere rinnovato, purché siano adottate le modalità prescritte omesse in precedenza, in base agli stessi motivi sostanziali determinativi del recesso precedente, anche se la questione della validità del primo licenziamento sia ancora da definire. Ne consegue che tale rinnovazione risolvendosi in un negozio diverso da quello precedente, non integra la fattispecie dell’art. 1423 cc, volto, invece, ad impedire la sanatoria di un negozio nullo con effetto ex tunc.

 

8) CASSAZIONE CIVILE,  SEZ. II, SENTENZA N. 7214  DEL 21 MARZO 2013

(Azioni possessorie – Convivenza more uxorio – Estromissione violenta o clandestina dall’alloggio)

La convivenza more uxorio determina sulla casa di abitazione dove si svolge e si attua il programma di vita in comune, un potere di fatto basato su un interesse proprio ben diverso da quello derivante da ragioni di mera ospitalità; conseguentemente, l’estromissione violenta o clandestina del convivente dall’unità abitativa, compiuta dal partner, giustifica il ricorso alla tutela possessoria, consentendogli di esperire l’azione di spoglio nei confronti dell’altro, quand’anche il primo non vanti un diritto di proprietà sull’immobile che durante la convivenza sia stato nella disponibilità di entrambi.

 

9) CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, SENTENZA N. 7273 DEL 22 MARZO 2013

(Assicurazione responsabilità civile professionale – Avvocato)

L’assicurazione non è tenuta a manlevare l’avvocato dai danni provocati al cliente se quando il professionista ha stipulato il contratto era già consapevole del suo inadempimento e della probabile richiesta di danni da parte dell’assistito.

 

10) CASSAZIONE PENALE, SEZ. III, SENTENZA N. 13801 DEL 25 MARZO 2013

(Appropriazione indebita – Avvocato -Trattenimento di somme destinate al cliente)

Integra il reato di appropriazione indebita aggravata la condotta dell’esercente la professione forense che trattenga somme riscosse a nome e per conto del cliente ancorché egli sia, a sua volta, creditore di quest’ultimo per spese e competenze relative ad incarichi professionali espletati, salva la dimostrazione non solo dell’esistenza del credito, ma anche della sua esigibilità e del suo preciso ammontare: ne consegue che è legittima la condanna per l’avvocato che mette all’incasso l’assegno destinato al cliente laddove non consta che i crediti professionali fossero esigibili essendo stata liquidata la parcella.

 

11) CASSAZIONE PENALE, SEZ. III ,SENTENZA N. 14089 DEL 26 MARZO 2013

(Sequestro probatorio – Sequestro sui conti del contribuente)

In tema di misure cautelari reali è illegittimo il sequestro probatorio sui conti del contribuente che ha espatriato ricavi in nero e poi ha avviato la pratica di adesione allo scudo fiscale.

 

12) CASSAZIONE PENALE, SEZ. III ,SENTENZA N. 14087 DEL 26 MARZO 2013

(Manodopera – Interposizione vietata – Dipendenti dell’appaltatore gestiti dal committente)

Sussiste l’interposizione vietata di manodopera, con conseguente ammenda a carico dell’utilizzatore e del somministratore di forza lavoro, nella fattispecie in cui, a fronte di un formale contratto di appalto, i dipendenti dell’appaltatore risultino gestiti direttamente dal committente e percepiscano una retribuzione inferiore rispetto ai dipendenti di quest’ultimo, a parità di mansioni.

 

  

A CURA DEL GRUPPO DI LAVORO INFORMATIVE GIURISPRUDENZIALI

(Avv.ti Acciavatti Mirco, Arcieri Mastromattei Antonella, Cannati Giuseppe, Cavallucci Matteo, Cocco Antonietta, De Lellis Bronislava, Di Carlo Giorgio, Di Cesare Giuseppe, Di Luzio Manuela, Di Michele Massimo, Francese Teresa, Giammaria Marco, La Gorga Luca, La Piscopia Vittorio, Massari Colavecchi Luigi Angelo, Mimola Gaetano, Palangio Marina, Panella Piersergio, Pera Anna Maria, Perazzelli Stefano, Pizzuti Gianluca, Renzetti Francesco, Ronzone Nicola, Rossi Giulia)