Lettera informativa n. 110/13 del  22.06.2013 NG 13-2013

 

NEWSLETTER GIURISPRUDENZIALE

 

1) CASSAZIONE CIVILE, SEZ. II, SENTENZA N. 10996 DEL 9 MAGGIO 2013
(Litisconsorzio necessario)

In tema di diritti reali e di accertamento, in particolare, della proprietà comune o meno di un cortile condominiale, è necessario integrare il contraddittorio nei confronti dei condomini pretermessi, essendo dedotto in giudizio un rapporto unico ed inscindibile e potendo la sentenza conseguire un risultato utile solo ove pronunciata in contraddittorio di tutti i soggetti coinvolti nel rapporto stesso, sicché la mancata partecipazione anche di uno solo di essi rende la sentenza “inutiliter data”.

 

2) CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, SENTENZA N. 11548 DEL 14 MAGGIO 2013
(Avvocato – responsabilità professionale)

In materia di contratto d’opera intellettuale, ove anche risulti provato l’inadempimento del professionista alla propria obbligazione, per negligente svolgimento della prestazione, il danno derivante da eventuali sue omissioni deve ritenersi sussistente solo qualora, sulla scorta di criteri probabilistici, si accerti che, senza quell’omissione, il risultato sarebbe stato conseguito. 

 

3) CASSAZIONE PENALE, SEZ. III, SENTENZA N. 20726 DEL 14 MAGGIO 2013
(Sospensione condizionale della pena  – lavoro sostitutivo)

La richiesta da parte del condannato, cui sia stato concesso il beneficio della sospensione condizionale della pena, di fruire della pena sostitutiva del lavoro di pubblica utilità previsto dal comma 9 bis dell’art. 186 C.d.S. implica una rinuncia tacita al beneficio di cui all’art. 163 c.p., eventualmente concesso in precedenza, stante la incompatibilità tra i due istituti e non necessita di un consenso espresso, essendo sufficiente la non opposizione dell’interessato in deroga a quanto previsto dall’art. 53, D.Lgs. n. 274/2000.

 

4) CASSAZIONE CIVILE, SEZ. LAVORO, SENTENZA N. 11725 DEL 15 MAGGIO 2013
(Cassa Forense – prescrizione)

L’art. 19 della legge n. 576/1980 deve essere interpretato, per consolidato orientamento, nel senso che la Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza Forense, passati 10 anni dalla nascita del proprio credito contributivo, può chiedere agli avvocati il pagamento di detti contributi solo nel caso di omessa dichiarazione. La presentazione di una dichiarazione, pur non conforme al vero, è idonea a far decorre il termine prescrizionale di 10 anni.

 

5) CASSAZIONE CIVILE, SS. UU., SENTENZA N. 6070 DEL 12 MARZO 2013
(Cancellazione estintiva della società di persone – Cancellazione della cancellazione – Presupposti)
Dopo la riforma del diritto societario, attuata dal D.Lgs. 6/2003, la cancellazione dal registro delle imprese estingue anche la società di persone, sebbene non tutti i rapporti giuridici ad essa facenti capo siano stati definiti. Pertanto, la prova contraria, idonea a superare l’effetto di pubblicità dichiarativa che l’iscrizione della cancellazione spiega per la società di persone, non può vertere sul fatto statico della pendenza di rapporti sociali non definiti, occorrendo, viceversa, la prova del fatto dinamico della continuazione dell’operatività sociale dopo l’avvenuta cancellazione, la quale soltanto giustifica, ai sensi dell’art. 2191 cc, la cancellazione della cancellazione, cui consegue la presunzione che la società non abbia mai cessato di esistere.

 

6) CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI, ORDINANZA N. 12205 DEL 20 MAGGIO 2013
(Notifica via e-mail – avviso di ricevimento manualmente)

La notifica di un’ordinanza fuori udienza effettuata a mezzo e-mail semplice e non tramite PEC è valida unicamente qualora il destinatario confermi, con metodi non automatici, la ricezione della stessa in breve lasso temporale.

 

7) CASSAZIONE CIVILE, SEZ. LAVORO, SENTENZA N. 12233 DEL 20 MAGGIO 2013

(Licenziamento – Superamento periodo di comporto)

Deve ritenersi legittimo il licenziamento inflitto al dipendente ammalato per superamento del periodo di comporto, non rientrato in servizio dopo il decorso del termine del periodo di aspettativa concesso dal datore, dovendosi osservare che, una volta scaduto il periodo di quiescenza del rapporto di lavoro che comporta la sospensione delle obbligazioni sinallagmatiche delle parti contraenti il rapporto di lavoro, dette obbligazioni riprendano vigore alla cessazione del periodo di aspettativa, non essendo quindi configurabile alcuna incompatibilità logica fra la concessione di quest’ultima e l’intimazione del licenziamento, per adottare il quale il datore non deve dimostrare la sussistenza di un giustificato motivo oggettivo né la sopravvenuta impossibilità della prestazione né la correlativa impossibilità di adibire il dipendente a mansioni diverse.

 

8) CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI, SENTENZA N. 12192 DEL 20 MAGGIO 2013

(Mantenimento – Assegno – Reddito e capacità di lavoro professionale e casalingo)

Laddove scatta il mantenimento del minore è irrilevante il divario del potere d’acquisto della moneta straniera rispetto all’euro e agli importi degli stipendi italiani. L’assegno di mantenimento del figlio è previsto in proporzione alle sostanze dei genitori e al loro reddito ma anche alla capacità di lavoro professionale e casalingo, per ciò spiega la sussistenza dell’obbligo, anche se momentaneamente uno dei genitori sia privo di reddito.

 

9) CASSAZIONE  CIVILE, SEZ. VI, ORDINANZA  N. 12385 DEL 21 MAGGIO 2013

(Opposizione a cartella esattoriale – Omessa notifica dei verbali di accertamento)

Nel giudizio di opposizione alla cartella esattoriale inerente la regolarità della formazione del ruolo, laddove l’accoglimento della opposizione deve essere ricondotto alla mancata notifica dei verbali di contestazione dell’infrazione al codice della strada su cui la cartella risulta emessa, l’agente della riscossione, che deve ritenersi litisconsorte necessario, non può essere condannato alla refusione delle spese di giudizio ove il vizio di formazione del ruolo può essere ascritto al solo ente impositore.

 

10) CASSAZIONE PENALE, SEZ. I, SENTENZA N. 22055 DEL 23 MAGGIO 2013
(
Molestie telefoniche)

Il reato di «Molestia o disturbo alle persone» (art. 660 c.p.) rileva non già e solamente in termini di protezione della sfera intima dei privati, quanto e soprattutto per l’incidenza che il turbamento ha sull’ordine pubblico: bene precipuo che l’ordinamento intende proteggere è, infatti, la tranquillità pubblica, e non l’altrui vita privata e l’altrui vita di relazione. 

 

11) CASSAZIONE PENALE, SEZ. VI, SENTENZA N. 21628 DEL 20 MAGGIO 2013
(Responsabilità dell’infortunio)

Nel caso di imprese gestite da società di capitali, gli obblighi inerenti alla prevenzione degli infortuni posti dalla legge a carico del datore di lavoro, gravano indistintamente su tutti i componenti del Consiglio di amministrazione. Difatti il presidente del consiglio di amministrazione di una società di capitali non può, da solo, essere considerato rappresentante della società, appartenendo la rappresentanza all’intero consiglio di amministrazione, salvo delega conferita ad un singolo consigliere, amministratore delegato, in virtù della quale l’obbligo di adottare le misure antinfortunistiche e di vigilare sulla loro osservanza si trasferisce dal consiglio di amministrazione al delegato, rimanendo in capo al consiglio di amministrazione residui doveri di controllo sul generale andamento della gestione e di intervento sostitutivo nel caso di mancato esercizio della delega.

 

 

   

A CURA DEL GRUPPO DI LAVORO INFORMATIVE GIURISPRUDENZIALI

(Avv.ti Acciavatti Mirco, Arcieri Mastromattei Antonella, Cannati Giuseppe, Cavallucci Matteo, Cocco Antonietta, De Lellis Bronislava, Di Carlo Giorgio, Di Cesare Giuseppe, Di Luzio Manuela, Di Michele Massimo, Francese Teresa, Giammaria Marco, La Gorga Luca, La Piscopia Vittorio, Massari Colavecchi Luigi Angelo, Mimola Gaetano, Palangio Marina, Panella Piersergio, Pera Anna Maria, Perazzelli Stefano, Pizzuti Gianluca, Renzetti Francesco, Ronzone Nicola, Rossi Giulia)