Lettera informativa n. 89/15 del  13.05.2015 NG 4-2015

 

NEWSLETTER GIURISPRUDENZIALE n. 4-2015

 

RACCOLTA DICEMBRE 2014 

 

1. CASSAZIONE CIVILE, SS.  UU., SENTENZA N. 25368 DELL’1 DICEMBRE 2014

Praticante – condanna penale passata in giudicato – domanda di iscrizione all’albo degli avvocati – rigetto

Il fatto che la condanna penale riportata dal praticante avvocato sia stata già valutata dal Consiglio dell’Ordine per irrogare la sanzione disciplinare della sospensione dall’esercizio della professione forense per dodici mesi, non preclude allo stesso Coa di procedere alla verifica dei requisiti soggettivi del praticante all’atto dell’esame della domanda di iscrizione all’albo degli avvocati e di rigettare detta domanda sul rilievo dell’insussistenza della condotta specchiatissima e illibata, costituendo la verifica dei requisiti soggettivi l’esercizio di un potere-dovere del Coa del tutto privo di profili disciplinari e dunque dovendosi escludere ogni violazione del divieto di ne bis in idem.

 

2. CASSAZIONE PENALE, SEZ. VI, SENTENZA N. 50754 DEL 3 DICEMBRE 2014

Peculato – amministratore di sostegno

La finalità e gli scopi perseguiti dall’amministrazione di sostegno, che si distingue dagli altri istituti a tutela degli incapaci, quali l’interdizione e l’inabilitazione, è quella di offrire, a chi si trovi nella impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi, uno strumento di assistenza che ne sacrifichi, nella minor misura possibile, la capacità di agire. L’ambito di applicazione di tale istituto è stato, quindi, individuato proprio con riguardo alla sua maggiore idoneità di adeguarsi alle esigenze della persona carente di autonomia, ponendo dunque l’amministratore di sostegno sullo stesso piano del tutore. Dato che per giurisprudenza consolidata, il tutore è ritenuto pubblico ufficiale, si attribuisce anche all’amministratore di sostegno tale veste. Ne consegue, quindi, l’integrazione del delitto di peculato laddove l’amministratore di sostegno si appropri di somme di denaro appartenenti alla persona incapace di provvedere ai propri interessi e ricevute in funzione dell’ufficio rivestito.

 

3. CASSAZIONE CIVILE, SEZ. I, SENTENZA N. 25581 DEL 3 DICEMBRE 2014

Fallimento –  privilegio ipotecario

In tema di opposizione allo stato passivo e quindi di iscrizione di ipoteca giudiziale per capitale in virtù di decreto ingiuntivo, le somme ingiunte a titolo di interessi maturati alla data di emissione del decreto conservano natura corrispettiva e sono gli unici interessi rilevanti, a prescindere dalla loro misura, ai fini dell’estensione del privilegio ipotecario. 

 

4. CASSAZIONE CIVILE, SEZ. I, SENTENZA N. 25662 DEL 4 DICEMBRE 2014

Sentenza – deposito – notifica dalla cancelleria – via posta elettronica certificata – decorrenza del termine breve – esclusione

La notifica d’ufficio della sentenza della Corte di Appello, sezione minori, non è idonea a far decorrere, per la proposizione del ricorso per cassazione, il termine dimidiato di trenta giorni, di cui all’ultimo comma dell’art. 17 della legge adozioni n. 184 del 1983.- La comunicazione della sentenza per posta elettronica certificata (Pec) effettuata dalla cancelleria del giudice, quand’anche essa sia eseguita (anteriormente alla vigenza del nuovo testo dell’art. 133 Cpc) con l’invio del testo dell’intero provvedimento, ai sensi dell’art. 45 disp. att. Cpc, non fa decorrere il termine breve per l’impugnazione, atteso che la disposizione dell’ultimo comma dell’art. 17 della legge n. 184, menzionata, richiede espressamente l’esecuzione formale della notifica senza che questa possa essere surrogata da una comunicazione (non importa se per estratto o per intero) della sentenza.

 

5. CORTE COSTITUZIONALE, SENTENZA N. 273 DEL 5 DICEMBRE 2014

Giudizio abbreviato chiesto in dibattimento –  contestazione del fatto nuovo emerso dall’istruttoria

L’articolo 516 c.p.p. è costituzionalmente illegittimo nella parte i cui non prevede la facoltà dell’imputato di richiedere al giudice del dibattimento il giudizio abbreviato relativamente al fatto diverso emerso nel corso dell’istruzione dibattimentale, che forma oggetto della nuova contestazione.- L’accesso al rito alternativo a dibattimento iniziato rimane comunque idoneo a produrre un effetto di economia processuale, sia pure attenuato, consentendo – quantomeno – al giudice di decidere sulla nuova imputazione senza il supplemento di istruzione previsto dall’art. 519 cod. proc. pen. In ogni caso, le ragioni della deflazione processuale debbono cedere di fronte alla necessità del rispetto degli artt. 3 e 24, secondo comma, Cost.: «se pure è indubbio, in una prospettiva puramente “economica”, che più si posticipa il termine utile per la rinuncia al dibattimento e meno il sistema ne “guadagna”, resta comunque assorbente la considerazione che l’esigenza della “corrispettività” fra riduzione di pena e deflazione processuale non può prendere il sopravvento sul principio di eguaglianza né tantomeno sul diritto di difesa»

 

6. CASSAZIONE CIVILE, SEZ. II, SENTENZA N. 25923 DEL 9 DICEMBRE 2014

Preliminare – comunicazione dall’agenzia al proponente dell’accettazione dell’acquirente – perfezionamento del contratto

Secondo le previsioni dell’articolo 1326 c.c., il contratto può dirsi concluso nel momento in cui chi ha fatto la proposta ha conoscenza dell’accettazione dell’altra parte e tale conoscenza si può realizzare anche senza la sua trasmissione al proponente. Ciò porta a ritenere che l’articolo 1326, primo comma, c.c. deroga in parte all’articolo 1335 c.c., nel senso che, fermo restando che l’accettazione, dove diretta al proponente si reputa conosciuta nel momento cui giunge all’indirizzo del destinatario, se questi non prova di essere stato, senza sua colpa, nell’impossibilità di averne notizia, il contratto si deve ritenere ugualmente concluso quando, pur non essendo stata l’accettazione indirizzata al proponente, questi ne abbia comunque avuto conoscenza.

 

7. CASSAZIONE CIVILE, SEZ. I, SENTENZA N. 26062 DEL 10 DICEMBRE 2014

Articolo 262 Cc – Aggiunta del patronimico al cognome materno

La questione dell’attribuzione del cognome nell’ipotesi del secondo riconoscimento ad opera del padre non ha subito, nell’evoluzione del quadro normativo, una sostanziale modifica, in quanto con il d.lgs 28 dicembre 2013, n. 154 è stato previsto, in conformità a una linea interpretativa già proposta in relazione alla precedente formulazione della norma, che il figlio «può assumere il cognome del padre aggiungendolo, anteponendolo o sostituendolo a quello della madre», dovendosi ritenere che la possibilità di anteporre il cognome del genitore che effettua il secondo riconoscimento costituisca l’espressione dell’ampliamento delle valutazioni e delle scelte che, nella delicata materia della filiazione, debbono essere adottate nell’esclusivo interesse del minore.

 

8. CASSAZIONE PENALE, SEZ. III, SENTENZA N. 51427 DELL’11 DICEMBRE 2014

Frazionamento di edificio in quattro unità immobiliari – decreto cd. Sblocca Italia – abolitio criminis – immobile abusivo

Il decreto legge 133/14 ha indubbiamente innovato, avendo ricompreso nell’ambito degli interventi di manutenzione straordinaria anche quelli consistenti nel frazionamento o accorpamento delle unità immobiliari con esecuzione di opere, anche se comportanti la variazione delle superfici delle singole unità immobiliari nonché del carico urbanistico, purché non sia modificata la volumetria complessiva degli edifici e si mantenga l’originaria destinazione d’uso. Ciò nonostante non sussiste alcuna abolitio criminis laddove l’intervento di frazionamento dell’originaria unica unità abitativa in quattro distinte unità abitative risulta eseguito su un immobile abusivo, laddove non è applicabile il regime della Dia a lavori edilizi che interessino manufatti abusivi che non siano stati sanati né condonati, in quanto gli interventi ulteriori (manutenzione straordinaria, restauro e/o risanamento conservativo, ristrutturazione, realizzazione di opere costituenti pertinenze urbanistiche) ripetono le caratteristiche di illegittimità dell’opera principale alla quale ineriscono strutturalmente.

 

9. CASSAZIONE PENALE, SEZ. VI, SENTENZA N. 51688 DELL’11 DICEMBRE 2014

Legge 190/12 – millantato credito – traffico di influenze illecite

Le condotte di colui che, vantando un’influenza effettiva verso il pubblico ufficiale, si fa dare o promettere denaro o altra utilità come prezzo della propria mediazione o col pretesto di dover comprare il favore del pubblico ufficiale, condotte finora qualificate come reato di millantato credito ai sensi dell’art. 346, commi primo e secondo, Cp, devono, dopo l’entrata in vigore della legge 190/12, in forza del rapporto di continuità tra norma generale e norma speciale, rifluire sotto la previsione dell’articolo 346 bis Cp, che punisce il fatto con pena più mite.

 

10. CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI, SENTENZA N. 26097 DELL’11 DICEMBRE 2014

Ricostruzione del fatto – Motivazione – Sindacato di legittimità

La ricostruzione del fatto operata dai giudici del merito è ormai sindacabile in sede di legittimità soltanto ove la motivazione al riguardo sia affetta da vizi giuridici, oppure se manchi del tutto, oppure se sia articolata su espressioni od argomenti tra loro manifestamente ed immediatamente inconciliabili, oppure perplessi, oppure obiettivamente incomprensibili; mentre non si configura un omesso esame di un fatto storico, principale o secondario, ove quest’ultimo sia stato comunque valutato dal giudice, sebbene la sentenza non abbia dato conto di tutte le risultanze probatorie e quindi anche di quel particolare fatto storico, se la motivazione è scevra dai gravissimi vizi appena detti.

 

11. CASSAZIONE CIVILE, SS. UU., SENTENZA N. 26242 DEL 12 DICEMBRE 2014

Impugnative negoziali – nullità – rilevabilità d’ufficio

Ogni ipotesi di limitazione posta alla rilevabilità d’ufficio della nullità deve essere espunta dall’attuale sistema processuale con riguardo a tutte le azioni di impugnativa negoziale. La nullità deve essere sempre oggetto di rilevazione/indicazione da parte del giudice. La nullità può essere sempre oggetto di dichiarazione/accertamento da parte del giudice. L’accertamento esplicito contenuto della motivazione della sentenza è idoneo a produrre, anche in assenza di un’istanza di parte (domanda o accertamento incidentale), l’effetto di giudicato sulla nullità del contratto in mancanza d’impugnazione sul punto. La mancanza di qualsiasi rilevazione/dichiarazione della nullità in sentenza è idonea a costituire giudicato implicito sulla validità del contratto (ma ciò in linea generale e non in via assoluta e non senza eccezioni). 

 

12. CASSAZIONE PENALE, SEZ. I, SENTENZA N. 52179 DEL 16 DICEMBRE 2014

Frode fiscale finalizzata al riciclaggio – confisca

In tema di frode fiscale, i beni societari possono essere confiscati quando il denaro ottenuto dal risparmio d’imposta viene riciclato in fondi neri. In questo caso, infatti, non è necessario che l’accusa provi che si tratta di una cartiera costituita solo per commettere illeciti tributari.

 

13. CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, SENTENZA N. 26545 DEL 17 DICEMBRE 2014

Danno da inondazione conseguente a piogge eccezionali – possibilità di configurare caso fortuito o forza maggiore

In caso di danno da inondazione conseguente a piogge eccezionali, deve ritenersi che precipitazioni atmosferiche di particolare forza e intensità, protrattesi per un tempo molto lungo e con modalità tali da uscire fuori dai normali canoni della meteorologia, possono integrare gli estremi del caso fortuito o della forza maggiore, ma non quando sia stata accertata dal giudice di merito l’esistenza di elementi dai quali desumere una sicura responsabilità proprio del soggetto che invoca l’esimente in questione, come nella fattispecie in cui i lavori di ampliamento della carreggiata realizzati non a regola d’arte dall’ente proprietario della strada non consentono un adeguato deflusso dell’acqua piovana.

 

14. CASSAZIONE CIVILE, SEZ. II, SENTENZA N. 26616 DEL 17 DICEMBRE 2014

Scioglimento – uguaglianza di quote – sorteggio

In tema di scioglimento della comunione il criterio dell’estrazione a sorte previsto dall’articolo 729 Cc, nel caso di uguaglianza di quote, a garanzia della trasparenza delle operazioni divisionali contro ogni possibile favoritismo, non ha carattere assoluto, ma soltanto tendenziale ed è, pertanto, derogabile in base a valutazioni prettamente discrezionali, che possono attenere non soltanto a ragioni oggettive legate alla condizione funzionale ed economica dei beni, quale risulterebbe dall’applicazione della regola del sorteggio, ma anche a fattori soggettivi di apprezzabile e comprovata opportunità, la cui valutazione è sindacabile in sede di legittimità soltanto sotto il profilo del vizio di motivazione.

 

15. CASS. CIVILE, SEZ. LAVORO, SENTENZA N. 26590 DEL 17 DICEMBRE 2014

Danno non patrimoniale – liquidazione – personalizzazione

Nella liquidazione dei danni non patrimoniali patiti dagli eredi per la morte di un loro congiunto per malattia professionale il giudice del merito, pur non essendo tenuto a supportare la sua decisione con una motivazione minuziosa e particolareggiata, è tuttavia tenuto, nella valutazione equitativa di detti danni ex articolo 1226 e 2059 Cc, ad individuare dei validi criteri di giudizio parametrati alla specificità del caso da esaminare e, conseguentemente, funzionalizzati ad una “personalizzazione” di detti danni, non conseguibile, invece, attraverso standard valutativi delle tabelle normative (di cui all’articolo 13 del decreto legislativo 38/2000 e degli articoli 138 e 139 del decreto legislativo 209/05 e successive modifiche) o di quelle del tribunale di Milano, che hanno trovato riconoscimento nella giurisprudenza di legittimità.

 

16. CASSAZIONE CIVILE, SS. UU., SENTENZA N. 26657 DEL 18 DICEMBRE 2014

Contratto d’opera professionale – opera pubblica – Comune – clausola di copertura finanziaria ex articolo 23 decreto legge 66/1989

Il contratto d’opera professionale, con il quale un ente pubblico territoriale abbia affidato la progettazione di un’opera pubblica, subordinando con apposita clausola il pagamento del compenso al professionista alla concessione di un finanziamento per la realizzazione dell’opera da progettarsi, non si sottrae all’applicazione della regola che subordina l’effettuazione di qualsiasi spesa alla sussistenza di una delibera autorizzativa e alla registrazione del relativo impegno contabile sul competente capitolo del bilancio di previsione, da comunicare ai terzi interessati: in particolare la previsione della clausola cosiddetta di “copertura finanziaria” non consente di rinviare all’ottenimento del finanziamento l’osservanza delle modalità procedimentali, con la conseguenza che, in difetto, il rapporto obbligatorio non è riferibile all’ente, intercorrendo, ai fini della controprestazione, tra il privato e l’amministratore o funzionario che abbia assunto l’impegno.

 

 

 

 

A CURA DEL GRUPPO DI LAVORO INFORMATIVE GIURISPRUDENZIALI 2014

(Avv.ti Arcieri Mastromattei Antonella, Cannati Giuseppe, Cavallucci Matteo, Cocco Antonietta, De Lellis Bronislava, Di Luzio Manuela, Francese Teresa, La Gorga Luca, Massari Colavecchi Luigi Angelo, Mimola Gaetano, Pera Anna Maria, Renzetti Francesco)